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e del territorio di trento. | 5 |
logica, ch’è quella dell’anno 1131, corrisponde al tempo del nostro Vescovo Altemanno, e in esso dicesi, ch’egli fu più volte accusato d’aver conferito simoniacamente ad un cotal Prete Paolo Ecclesiam Sancti Petri de Pado pro quatuor modiis frumenti; ma quest’accusa dee credersi non altro essere stata che l’opera della più indegna calunnia; poichè i più autentici documenti, che leggonsi nel libro Monumenta Ecclesiæ Tridentinæ, attestano, che Altemanno fu un piissimo Vescovo, ed inoltre liberalissimo di sue ricchezze a più monasteri e più chiese, ond’è impossibile il credere, ch’egli potesse acciecarsi a segno di conferire o vendere una chiesa parrocchiale per quattro moggia di formento. Egli fu assolto attestando con suo giuramento, e nelle forme allora prescritte da’ canoni la falsità dell’accusa.
Ad Altemanno succedette Arnoldo, e ad Arnoldo Ebrardo o Everardo, il quale morì li 18 Giugno dell’anno 1156. Egli decise una pericolosa lite, che agitavasi tra il comune del Blegio, e quel di Rendena nelle Giudicarie, e di lui v’ha pure un documento dei 4 Aprile 1155, nel quale si determina, che gli abitanti di Riva pagar debbano al medesimo ed a’ di lui successori in perpetuo «pro unaquaque domo in festo S. Michaelis XII. nummos Veronensis Monete per singulos annos.» In esso leggesi inoltre, che «Ipsi etiam Ripenses juvabunt Episcopum retinere Portum