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dazj e gabelle imposte agli esteri, mentre in virtù del nuovo trattato essi venivano a godere tutti i vantaggi, di cui godevano i sudditi tirolesi.

Ritornato in Trento Pietro Vigilio ricusando la Repubblica veneta di più ricevere in avvenire a servire nelle sue galere i delinquenti, che vi venivano condannati e spediti dal Principato di Trento, si vide costretto ad ergere e stabilire nel proprio Stato una nuova casa di correzione o castigo per la punizion de’ delitti, e per la conservazione dell’ordine e della sicurezza e tranquillità pubblica. Egli eresse effettivamente questa casa, e per supplire alle spese necessarie al nuovo stabilimento egli instituì in Trento il Lotto così detto di Genova. Considerando gl’inconvenienti ed i mali, che questa nuova istituzione del Lotto avrebbe prodotti, il Capitolo di Trento presentò a sua Altezza Reverendissima due rispettose rimostranze supplicandola a voler abbandonare un progetto, come ei diceva, sì pernicioso al suo popolo, che allettato dalla vana speranza di migliorare con immaginarj guadagni la sua sorte suol correre ciecamente a perdervi le sue sostanze. Pietro Vigilio rispose al Capitolo, che non solo per porre argine al male, che ne risentiva lo Stato dall’uscita del danajo atteso la moltitudine di quelli che giuocavano a Lotti esteri, egli era stato mosso a stabilire il Lotto nel suo Principato, ma da un’altra ragione ancora più