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scorso sì grave e sì commovente, che trasse a tutti il pianto e le lagrime. Nella sera di quel giorno io mi portai a visitarlo per l’ultima volta, e accostatomi al suo letto egli mi narrò con ridente volto, che dopo aver ricevuto il Santissimo Sacramento si era fatto condurre alla sua tavola ed al suo scrittojo dal quale aveva tolte e separate tutte le carte o scritture, che non dovean rimanervi dopo sua morte: che ora egli non aveva più a far cosa alcuna su questa terra, e che aspettava la morte forse ancor quella notte o nel seguente mattino, e tutto questo egli mi dicea con una ilarità e con un giubbilo, come se avesse dovuto il giorno seguente ritrovarsi a qualche gran festa, che dovesse celebrarsi in suo onore. Io mi partii dopo avergli baciata la mano senza aver potuto per le lagrime, che spargeva, proferir parola. Egli spirò l’anima effettivamente il seguente mattino nell’età di settant’anni dopo aver formato pel corso di dodici anni la nostra gloria, ed essere stato oggetto d’ammirazione agli stranieri. Egli mi onorava di sua confidenza ne’ più importanti affari, e mi amò, fin che visse, con una tenerezza e bontà, che io ben conosco di non aver meritata; ma è un effetto della pura verità e non della riconoscenza questo tenue tributo, che io rendo alle sue ceneri. Il suo funerale fu sopra ogni altro sontuoso e magnifico, e fu accompagnato da un immenso popolo accorsovi da tutti i vicini luoghi, che