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198 | memorie storiche della città |
giungendomi che Iddio me ne avrebbe data la ricompensa. L’innocenza ottenne poscia dall’immortale Maria Teresa il più compiuto e memorabil trionfo; ma Cristoforo Sizzo era allora già passato all’altra vita.
Ritrovavasi egli nell’autunno dell’anno 1775 alla sua villa di S. Massenza, allorchè si sentì assalito improvvisamente da un malore, per cui più alcun cibo non poteva entrare nel suo stomaco. Ritornato in città e divenuti vani tutti i soccorsi dell’arte medica a sanare un vizio organico, ch’era incurabile, ei si vide condannato a morire d’inedia. Egli sostenne pel corso di tre mesi l’aspetto della morte, che vedeva inevitabile, con quella tranquillità d’animo, e con quella intrepidezza e costanza, che sole appartengono a quelle anime forti e giuste, le quali onorano in iscarso numero la specie umana. Sentendo già vicino il termine de’ suoi giorni egli dimandò, che gli fosse portato il Santissimo Viatico atteso la sua imminente partenza dal nostro mondo. Gli fu questo portato con mestissima pompa, e coll’accompagnamento di tutti gli ordini e di tutte le classi della città; ma quale non fu lo stupore, allorchè entrati nel suo appartamento il Capitolo, il Consiglio aulico, ed il Magistrato consolare vi ritrovarono il Vescovo Principe non già in letto, ma in mezzo alla sua stanza vestito degli abiti pontificali genuflesso a terra, e l’udirono pronunziare con tremante voce un’allocuzione o di-