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memorie storiche della città |
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parrocchiale il busto di Tartarotti postovi senza la sua autorità ed il suo consenso, e che perciò se non fosse di là levato prontamente, egli avrebbe sottoposta quella chiesa all’Interdetto. I Provveditori ed il Consiglio civico risposero, che tutto quello ch’essi avevan fatto, era stato prima approvato dalla suprema autorità del Governo rappresentante sua Maestà l’Imperatrice Regina, e che perciò non potean risolversi a fare ciò che veniva lor dimandato. Francesco Felice proferì allora contro la chiesa parrocchiale di S. Marco il solenne decreto dell’Interdetto, e l’Arciprete ed il Clero di Roveredo eseguendo gli ordini del loro Vescovo dopo averli in un giorno di festa annunziati dal pulpito al popolo trasportarono processionalmente il sacro Tabernacolo in altra chiesa, e chiusero le porte di quella di S. Marco, affinchè niuno potesse più entrarvi. Questa solenne funzione commosse da principio gravemente il popolo, ma ne fu sedata ogni sommossa col rappresentargli, che la chiesa verrebbe ben presto riaperta, e tolto ogni Interdetto. L’Imperiale Regia Corte di Vienna dopo essere stata dal Consiglio civico di Roveredo informata di questo avvenimento ordinò, che sieno poste in sequestro tutte le rendite, che il Principe Vescovo di Trento possedeva nel territorio austriaco con significargli, che questo sequestro non sarebbe levato, se non dopo ch’egli avesse levato l’Interdetto contro la chiesa parrocchiale