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resa poi Imperatrice, allorchè gli augusti conjugi recavansi in Toscana. Il governo di Dominico Antonio fu ne’ primi dieci anni saggio e giusto, pieno di dignità e di vigore, e tale in ogni sua parte, che comandava il rispetto e la venerazione pubblica; ma mancato di vita il Conte Agostino suo fratello, che coi suoi consigli una gran parte aveva a questa felice amministrazion dello Stato, cangiossi improvvisamente la scena. Dominico Antonio dopo la morte del Conte Agostino si diede a menar una vita del tutto dalla prima diversa. Egli non voleva più che sollazzi, trastulli, feste, e piaceri d’ogni maniera: egli accolse nella sua Corte uomini sollazzevoli, e giocolari, e buffoni: canti, suoni, e conviti, e passatempi erano tutte le sue cure ed occupazioni. Egli s’avvisò una volta di voler andar a passare il carnovale in Venezia, e vi si portò con una parte de’ suoi cortigiani, e colla pompa conveniente ad un Principe. La sua generosità era estrema, e non bastando ad essa le ordinarie rendite del Principato aggravò la Mensa o Camera episcopale d’una non lieve somma di debiti. Egli faceva grazia a tutti anche a’ rei di delitti i più gravi, ed esaudiva prontamente, sia nel conferir posti od impieghi, sia in qualunque altra cosa tutte le suppliche, che gli venivano presentate, e ch’egli segnava con rescritti di propria mano. Egli visitò come Vescovo tutta la vasta sua Diocesi, ma accompagnato anche in essa