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dentina Electionis, dal quale impariamo, che portata la causa in Roma, fu essa agitata e discussa innanzi alla sacra congregazione concistoriale, ma non decisa; perchè superventa, dic’egli, mors ejusdem Cardinalis liti finem dedit, atque alter Electus confirmationem obtinuit. Sigismondo Alfonso divenuto quindi, rimosso ogni ostacolo, Vescovo e Principe di Trento partitosi da Bressanone e venuto in Trento smontò al palazzo di sua famiglia, ed il dì seguente recatosi nel Duomo, e poi nel Castello del Buon-Consiglio dopo aver rinnovate le così dette Compattate col Serenissimo Conte del Tirolo prese nelle consuete forme possesso della sua nuova dignità; ma nè il suo ingresso in città, nè il suo possesso accompagnati furono da alcuna pompa, non da illuminazioni, non da alcun arco trionfale, e non da alcun altro segno di pubblica esultanza. Sigismondo Alfonso durante il suo governo in Trento dimostrò costantemente un grande zelo pel mantenimento dell’ordine pubblico, per la estirpazion degli abusi, e per la punizion de’ delitti, e singolarmente de’ contratti illeciti ed usurarj; ma questo suo zelo gli suscitò contro gravissima odiosità, e libelli, e satire in gran numero, venendo egli tacciato d’eccessivo rigore. Noi non possiamo sapere oggidì, se giusta o non giusta fosse questa taccia, o se la sua severità fosse pur salutare e necessaria, in qual caso degli meritava lode e non biasimo; perchè salutaris seve-