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costanze, e di cose favolose ed assurde. La storia degli antichi tempi essendo involta in dense tenebre viene sovente deturpata da favole bizzarramente inventate, qual’è a cagion d’esempio la donazione di Riva fatta a’ Vescovi di Trento dall’Imperator Carlo Magno, donazione immaginaria e chimerica trasmessaci senza alcun’autorità da qualche scrittore posterior di più secoli in opere manoscritte, e narrataci poi scioccamente anche dal Mariano.

Io ho ristretta entro gli angusti confini della nostra patria la mia narrazione, che ho divisa in diversi capi o in diverse epoche cominciando dall’anno 1027 fino al principio del presente secolo, ed in cui ho procurato di porgere a’ miei leggitori un’idea degli avvenimenti più importanti, che in diversi tempi seguirono nel nostro paese, ed una qualche idea pure dell’indole e carattere de’ Principi, che lo governarono. Io non ho ignorato, che il dover dello storico è quello di non dir cosa alcuna che vera non sia, e di non tacer cosa alcuna che sia vera, nè mi è ignoto l’insegnamento di Tacito: