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noverano meritamente il Castel Nano nella Naunia da lui rifabbricato quasi da’ fondamenti, antica sede della sua nobilissima famiglia, ed il magnifico Palazzo poco distante dalla città di Trento verso l’Adige chiamato comunemente il Palazzo delle Albere, ornato sulle mura d’esimie pitture; ma se la vita del Cardinal Cristoforo fu costantemente gloriosa per gli onori e le alte dignità, delle quali fu decorato, ella non fu già egualmente felice; perchè due acerbissime sventure gli convenne provare. Scrive il Muratori all’anno 1552, che «veleggiando quaranta galee sotto la condotta di Andrea Doria da Genova alla volta di Napoli per difesa di quel regno, entro le quali s’imbarcarono tremila fanti tedeschi, sette di esse furono depredate e condotte a Costantinopoli dal Corsaro Dragut, in una delle quali era il Colonnello Madruzzo fratello del Cardinal di Trento.»

Non fu però il Colonnello Madruzzo fratello del Cardinale quello che rimase prigioniero, ma furono due di lui nipoti, come rilevasi da più lettere di Ercole Duca di Ferrara scritte da lui al Cardinal Cristoforo, le quali leggonsi registrate tutte per intero nel volume terzo delle Notizie istorico-critiche della Chiesa di Trento pag. 331 e segg. Da queste lettere vedesi, quanto interesse il Duca Ercole dimostrasse per la liberazione dei due prigionieri nipoti del Cardinale, ed in qual guisa siasi ottenuto dopo lunghi maneggi il loro riscatto. Sono osservabili in una di queste