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114 | memorie storiche della città |
in occasione della celebrazione della sua prima messa, e poi della sua consecrazione, e del possesso, che prese del Principato, conviti e feste, che per tanti giorni durando costargli dovettero gravissime spese, mentre quel danajo poteva pure impiegarsi in più importanti ed utili oggetti. Sembra, ch’egli volesse emulare il fasto ed il lusso di Papa Leone X.; ma allorchè si considerino le grandi e superbe fabbriche, ch’egli ha innalzate per l’onore della religione e pel divin culto, e quelle che ha innalzate, in vantaggio ed onore del suo Vescovato, allorchè si considerino le tant’altre e le sì grandi cose, che in prò del medesimo egli ha fatte, ben a ragione gli si può dare tra i Principi Vescovi di Trento il nome o titolo di Grande. Tutto quello, che veggiamo anche oggidì essere stata opera di lui, porta l’impronta della magnificenza e della grandezza. Egli non pensò mai ad arricchire la sua famiglia, che lasciò nello stato, in cui era prima della sua elevazione, ed impiegò le sue ricchezze, che dovevano pur essere molte atteso le alte dignità, di cui era rivestito, non già tutte in fasto ed in pompe, ma una gran parte ne impiegò pure nelle opere pubbliche e sacre, delle quali abbiam parlato.
Nelle poesie del celebre Conte Nicolò d'Arco molte se ne leggono in lode del nostro Bernardo, tra le quali una è quell’Ode (Lib. I. pag. 28) che incomincia