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LIB IV. CAP. IX. 461


13. Viene servita questa Chiesa dal suo Arciprete, e da’ Porzionarj, che sono due Sacerdoti, un Diacono, e due Suddiaconi, come si vede nel nostro Sinodo del 1728. part.5. cap.10. e oltre a questi non manca altro Clero, che pure la serve per le varie funzioni, e per abilitarsi alla partecipazione.

Delle Chiese dentro, e fuori dì S. Giuliano.

14. È antica la Chiesa di S. Antonio Abate, che sta dentro la Terra vicino alla Porta, che conduce a Colletorto, e sempre la sua cura fu appresso il Procuratore eletto dalla Curia Vescovile di Larino. Ve un solo Altare, dedicato in onore di S. Antonio Abate, e prima vi era altro Altare col titolo della Beatissima Vergine.

15. La Chiesa di S. Biagio Vesc. e M. che sta fuori delle mura, per la strada, che conduce alla Terra di Bonefro, è Grancìa della Commenda di S. Primiano di Larino dell’Ordine Gerosolimitano, detto di Malta; i beni della quale sono perduti, o per meglio dire abbandonati.

16. La Chiesa di S. Rocco pure posta fuori della Terra in strada, che va alla Terra di Bonefro è antica, e si amministra per il proprio Procuratore, che conferma la Curia Vescovile.

17. Lo Spedale che era antichissimo, veniva posto sotto il luogo, che serve per uso di macinare gl’olivi, volgarmente appellato Trappeto, consisteva in più stanze, ma oggi, non sta in uso; in proposito del quale si nota, come nell’anno 1208. sorse controversia tra l’Abate di S. Elena, e gli Amministratori di esso Spedale sopra un Territorio, che un tal Brunamonte aveva venduto a suo favore, e pretendendosi quello dall’Abate, il piissimo Matteo di Molise, Padrone di Laureto, del qual luogo parlaremo, ove di Colletorto, concesse allo Spedale un altro luogo, posto nel Territorio, detto la Macchiarasa, o sia detta la Macchiarella, e al presente ancora tiene lo stesso nome delle Macchie rase di Laureto, e lo stnimento, che si conserva nell’Archivio Episcopale è del tenore, che siegue.

18. In nomine Domini Dei eterni, et Salvatoris nostri Jefu Christi. Anno ab Incarnatione ejus millisimo ducentesimo octavo Indizione XI. mense Madii die quinto instante. Regnante Domino Nostro Rege Frederico Sicilie, Ducatus Apuliae, et Principatus Capuae . Nos Mattheus de Molisio Dominus de Castro Laureti una cum Matre mea domna Maria, et fratribus meis Divina gratia inspirante considerante controversia, quae vertebatur inter Monasterium Sancta Helenam, et domum Hospitalis S. Juliani, scilicet de una petia de Terra, quae est prope Casale S. Lucie, de qua Terra quidam noster homo Brunamontis vendidit ad Ospitalenu jam dictus. Unde Abbas cum fratribus suis calumniabat, quod vendere non poterat, quod pertinebat, et erat de S. Helena. Ego Domnus Mattheus una Matre mea, et fratribus meis abcepto consilio pro anime nostre, et homnium parentum nostrorum de nostris demaniis in loco, ubi dicitur Macle Raonis reddimus Campnium ad Ospitalem quod supra nominatur . Et Terra illa de qua, questionabatur reintegravimus Ecclesia S. Helena. Et ad memoriam successorum nostrorum precipitur