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458 MEM. STOR. CIV. ED ECCL.

Capitolo X.

Di S. Giuliano.

1. QUesta Terra suole appellarsi S. Giuliano di Puglia a differenza di altri luoghi, posti in Regno, i quali tengono lo stesso nome. Ella riconosce i suoi principi, non prima de1 tempi bassi colla distruzione delle Città, e luoghi vicini, o di qua, o di là del Fortore. Fu famoso Cartello del Contado di Pantasia a tempo de’ Longobardi de’ Principi di Benevento, e loro Sede. Abbiamo di esso chiara memoria fin dal Secolo X. nel Privilegio della fondazione del celebre Monistero, e Badìa sì di S. Elena, come del Monistero, e Preposìtura di S. Eustachio, l’uno, e l’altro dell’Ordine di S. Benedetto, posti amendue in Pantasia, e nel confine di queslo Contado di S. Giuliano, come ne’ segg. paragrafi 1. e 2. e se ne fa anche menzione da Leone Ostiense nella Cronaca Cassinese lib.2. cap.66. le di cui parole si riportano nel suddetto §.2. così pure si parla di S. Giuliano nella Bolla di Lucio III. del 1181. e in quella d’Innocenzo IV. dell’anno 1254. e supponiamo, che la Chiesa di S. Giuliano abbia dato il nome a questo Castello.,

2. Sta situata sopra una collina in piano dalla parte Settentrionale, avendo verso Mezzogiorno la Terra di Colletorto, dalla quale è distante meno di un miglio: tutta è cinta di fortissime muraglie con tre Torri, delle quali quella, che sta sopra la porta Maggiore, appellata la Torre di S.Gìuliano è abitabile. L’altra verso Colletorto, opposta alla prima si chiama la Torre del Castello, e per la sua antichità è affatto diroccata. La terza è detta la Torre dello Spirito Santo, che è situata dalla parte di Oriente, e per essere in ottimo stato si abita. Le case de’ particolari, non sono dispregievoli, anzi comode a riguardo degli Abitatori, e si è ridotto nello stato di sopra descritto da tre Secoli in qua; perche restò sobbissato dal tremuoto del 1456. dì cui si è fatto parola in parlarsi di Ururi, e di Larino, come pure se ne discorre in parlarsi di Casacalenda, e si descrive da S. Antonino nella sua Cronaca part.3. tit.22. cap.14. §.3. In Castro S. Juliani funditus everso adpositi sunt ad patres suos 211. e attesa la sua situazione è di aria uguale, e perfetta.

3. Tiene ampio territorio, abbondate di acque con varj dritti in quello di S. Elena, e altri, come si dice in parlarsi di essa Badìa nel seg. §.1. Egli è fertile di biade, e frumento, e vettovaglie. Da buoni vini, e frutti, e olio.

4. I Signori di questo Castello furono i Conti di Pantasia de’ Longobardi. A tempo di Guglielmo II. detto il Buono si possedeva da Trasmondo di Montalto, come nel Catalogo de’ Baroni di quel tempo, che fa Carlo Borello, ove de’ Feudatarj di Capitanata, pag.151. si legge:Dominus Trasmundus de Monte alto tenet S. Julianum, quod est Feudum unius Militis. Verso il fine del Secolo XV. Ferdinando I. Re di Napoli, figlio di Alfonso I. d’Aragona lo concedè alla Famiglia d’Aragona. Poi da Ferdinando II. detto il Cattolico fu dato con altri Feu-