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LIB IV. CAP. VII. 437

Grisilio, figlio di Guglielmo concedè al medesimo Monistero un luogo chiamato Cafale Alto, così detto dalla sua situazione, come posto sopra un colle vicino al Regio Tratturo, e in confine del Territorio di S. Croce, luogo detto CovareIlo, al presente si dice Casalauto, parola corrotta. Egli è distrutto, supponiamo coll’abbandono del Monastero, fatto da’ Religiosi, e dalle tante sciagure di peste, guerre, e tremuoti, di quello specialmente che si descrive da S. Antonino, Arcivescovo di Firenze, che afflisse quasi tutta l’Italia, e sopra ogni altro moltissimi luoghi di questa Diocesi, come si dice in parlarsi di Larino, di Casacalenda, Ururi, S.Giuliano, e altrove, e si fa menzione di quello Casale in. detti Diplomi di Rugieri, e di Guglielmo, come pure in detta sentenza del Cardinal Lombardo, e Bolle di Lucio III. e Innocenzo IV. come sopra, e nel registro delle Arcipreture della Diocesi si legge Archip. Casalis Alti: vacat.


§. III.

Del luogo distrutto, chiamato Farato.

12. NElla sentenza del Cardinal Lombardo, Arcivescovo di Benevento dopo Casale Alto, e Millanico si legge Faratum; così anche nella Bolla di Lucio III. e d’InncenzoIV. Poi questo luogo fu chiamato Fara, come presentemente si chiama la Fara delle selve, delle grotte, e tra gl’Arcipreti della Diocesi si legge: Archipresbyter de Fara. Questo luogo antico veniva posto in confine del Casale di Vertìcchio, di Melanico, di Serracapriola, e da Oriente confina col fiume Fortore: al presente appena se ne vedono i vestigj, ed è feudo rustico, che si possiede dal Duca di Torre Maggiore dell’Illustre Famiglia di Sangro, e va unito con Dragonara, con cui confina per mezzo del Fortore . Non abbiamo notizia del tempo della sua distruzione, ma lo supponiamo coll’occasìone delle più volte menzionate sciagure, che hanno desolato molti luoghi di quella Diocesi .


§. IV.

Del Casale di Porticchio distrutto

13. ABbiamo memoria di questo luogo nelle Bolle di Lucio III. e d’Innocenzo IV. come pure nel Registro delle Arcipreture della Diocesi Larinesi legge: Archipresbyter Portichii. Nè abbiamo altra memoria della sua fondazione. Egli è distrutto, ma vi sono in piedi molti avanzi delle sue fabbriche, poste sopra un colle, che ha intorno un fertilissimo Territorio, lontano da Serracapriola tre miglia, e tre miglia lontano anche da Lorirello, e da circa cinque in sei miglia da S. Croce. Supponiamo, che fusse distrutto nel tempo medesimo che fu dato fuoco. ad Ururi d’Ordine di D. Pietro di Toledo Vicerè