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412 MEM. STOR. CIV. ED ECCL.

come nelle Bolle di Lucio III. e d’Innocenzo IV. col proprio nome di Vena Maggiore, e nel Catalogo de’ Baroni sotto Gulielmo il Buono in parlare de’ Feudatarj di Capitanata cosi si legge in Carlo Borrelli pag.150. Vitus Avalerius tenet Benamniorem, quod est Feudum unius militis; e ora da que’ Paesani volgarmente si dice Bena majuri. È posto nello stesso territorio di Chieuti, e in una difesa, che si appella mazza razza, distante quattro miglia in circa da Chieuti. La sua distruzione forse avvenne insieme con gli altri vicini, e nello stesso tempo, e per la medesima cagione, e se ne vedono solamente pochi vestigj. Ma l’Arciprete, come notato negli antichi Registri, si chiama con gli altri in eccasione della celebrazione de’ Sinodi.


Capitolo VII.

Di Serracarpiola.

1. QUesta Terra è una delle più considerabili della Diocesi Larinese. La sua fondazione si stima antica a riguardo di molte altre della Diocesi, o che distrutte furono poscià rifatte in altro luogo, o che sorsero da’ fondamenti dopo le rovine di altre Città, come furono quelle di Gerione, di Cliternia, e di Teano Apulo. L’edificazione di Serracapriola, come, e quando sortisse, lo dice con un compiuto racconto il P. Fr. Arcangelo di Montesarchio nella Cronistoria della Provincia Riformata di S. Angelo alla part.3. cap.9.

2. Questa antichissima Terra, la quale benchè fusse circa l’anno del Signore 190.edificata, pure può dirsi molto antica, e vanta la sua fondazione troppo prodigiosa. Ella è situata sopra un Colle verso Mezzogiorno, dove anticamente osservavasi solamente una fortissima Torre, forse misero avanzo delle famose_Rocche de’ Popoli Frentani. Era tutto questo Colle cinto di foltissimi Boschi, appellandosi anche a’ giorni nostri la Selva del Conte . Costui chi fusse, e come chiamavasi non è noto: si sa però, che un giorno diliziandosi con altre Persone alla caccia, si diede ad inseguire un Caprio, che furiosamente fuggendo rifugiossi in una Grotta nella cima di detto Colle, dove entrato il Conte vi ammirò con raccapriccio, e stupore un picciolo Altare, in cui era una bellissima Immagine di Maria nostra Signora, e il Caprio in atto riverente ne stava. Sorpreso da un divoto timore il Cacciatore, chiamò tutti i suoi Compagni, e avendo unitamente ammirato con venerazione il portento, lo pubblicarono agli Abitatori delle vicine Ville, i quali in poco tempo vi fabbricarono una Chiesa, che anche a’ nostri tempi si appella S. Maria in Sylvis. Appena ebbero terminato il devoto edificio, che stimolati dalla divozione, e dall’amenità del sito, incominciarono a fabbricarvi le Case. E questa fondazione della Terra, che in memoria di quanto è narrato ebbe il titolo di Serracapriola.

3. Noi abbiamo conosciuto questo Religioso, e trattato col medesimo, e vogliamo, che i leggitori faccino giudizio di questo racconto. Non tralasciamo però avvertire, che quando non sia errore nelle figure de’ numeri 190. non