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LIB IV. CAP. V. 405

stampata nell’anno 1671. dal de Bonis, si legge Chieuti antico 150. nuovo 132. e quivi malamente la stampa dice Chieusi per Chieuti. In quella del 1601. vi è scritto, che allora i fuochi erano 207. al presente in tutto sono le Anime circa mille due cento, compresici li Forastieri.

3. Quello luogo fu posseduto dalla Casa Gonsaga de’ Principi di Melfi, passata a’ Serenissimi Duchi di Guastalla, poi dalla Casa d’Avalos di Aragona de’ Marchesi del Vasto insieme con Serracapriola; da tre anni in circa si possiede con Serracapriola dal Signor Duca D. Niccola Maresca Napolitano, comprato l’uno, e l’altro ad estinto di candela per il prezzo di circa cento novanta mila ducati. Il Padrone del luogo vi destina il Governatore per amministrare la giustizia, e quanto al peculio comune, e all’annona si governa dal Mastrogiurato, suoi Eletti, e Sindaci, che ogni anno si eleggono in pubblico parlamento.

4. Per quel, che si è detto si trova in questo luogo l’osservanza di due Riti, uno Latino, l’altro Greco, che chiamano Italo-Greco; e quantunque da principio fussero tutti di Rito Greco, ora questi sono ridotti a pochissimo numero, come dicessimo altrove, e il numero maggiore è quello de’ Latini, e quasi assorbisce quello de’ Greci. Vi era una sola Chiesa Arcipretale, e Matrice sotto il titolo di S. Giorgio per servizio di quei di Rito Greco, e per servizio de’ Latini, la quale veniva servita da due Sacerdoti, uno col titolo di Arciprete per li Greci, e l’altro col titolo di Economo per li Latini; di modo che secondo la diversità de’ Riti ognuno ricorreva al proprio Fastore, fuori di qualche caso di necessità, nel qual caso amministrava i Sagramenti chi si trovava più pronto. L’Arcipretura si conferiva in titolo, ma l’Economato a’ cenni dell’Ordinario.

5. E come che nascevano continui contrasti tra l’uno, e l’altro, ed era cresciuto il numero de’ Latini, per togliere quelle controversie, e per conservare l’unione, e la carità cristiana, e dare soccorso a’ Latini, con piacere comune de’ pochi Ecclesiastici, e Secolari, pensassimo erigge la cura delle Anime per i Latini in una Chiesa particolare fondata fin dall’anno 1734. in un sito di Casa, che fu di Basilio Antrone posto in strada a man sinistra nell’entrare per la porta maggiore della Terra, che sta a Mezzo giorno, sotto il titolo di S. Maria delle Grazie; e in detto tempo ne fu da noi spedita la Bolla, e la provista in titulum in persona di D. Teodoro Minico di origine Albanese, ma di Rito Latino, dando in quella alcuni regolamenti per togliere l’emulazione tra quei di Rito Greco, e gli altri di Rito Latino, e si legge il suo dupplicato in originale negli Atti della Visita di detto anno 1734. tom.2. pag.279. e qui si trascrive .

6. Johannes Andreas Tria. et c. Universis & singulis ad quos et c. notum facimus, atque verbo veritatis in Domino testatum esse volumus, qualiter in prima Pastorali Visitatione per nos facta in Civitate, & Dicecesì Larinensi, et praesertim in Oppido Chieuti reperimus, quod licet in eo Albanenses, ex quo ab eorum Patria profugi in hoc nostrum Regnum se se receperunt sub ritu, quem prositebantur Graeco viventes inhabitaverint; unde Italo-Graeci dicti sunt, et postea temporis successu iidem cum Italis se se misceri passi sunt, qui sub ritu Latino fuerunt, vel quia Itali illo se transtulerunt, vel, quia Albanenses proprium dimittentes Latinum amplexati sunt Ritum; ita ut in dicta prima nostra visitatio-