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374 MEM. STOR. CIV. ED ECCL.

Chiese, dove si ragunavano i Fedeli per le istruzioni, orazioni, e per cibarsi del Sagro pane, come si è detto: però non sappiamo se quei luoghi si consagravano con rito solenne, e se vi erano eretti Altari in titoli, come è indubitato, che succedè a tempo di S. Silveltro Pontefice, il quale dedicò solennemente la Basilica del Santissimo Salvadore in Roma, eretta da Costantino Magno, e questo non fu prima dell’anno 312. onde poi nacque il Rito della solenne consagrazione, che oggi si osserva de’ Sagri Tempj, e per testimonio di Eufebio in que’ primi tempi gl’Altari, erano di legno, e come portatili.

17. Non bastando all’Abate, e Monaci l’aver fatta consagrare con tanta solennità la Chiesa, pregano in oltre il Vescovo esentare quel Monistero, in modo che niun Vescovo avesse sopra di esso aliquod dominium, aut dominationem: e che sempre fusse libero absque dominatione Episcoporum; e temendo in particolare de’ successori del Vescovo consagratore, che con tale occasione, cioè della consagrazione, aliquis ex tuis successoribus praesumat nobiscum caufa re, et contendere, pregano il Vescovo liberargli . ed egli concede loro quanto dimandano in ampia forma, stendendo la proibizione ad ogn’altro Vescovo con imprecazioni di dover soggiacere, chiunque tentasse il contrario, alla pena di scommunica, alla maledizione de’ 318. Padri, intendasi Niceni, e simili altre formule, e in particolare parla di lui, e de’ suoi successori, se mai tentassero alcun dominio, o giurisdizione, a cagione della dedicazione da lui fatta, propter dedicationem quam feci: E tutto ciò dice farlo, pro remedio Animae meae.

18. Molte cose tutte assieme qui si aggruppano, e sarebbe troppo fatica, se volessimo notarle una per una, s basterà farne ancora una massa ammontata assieme, e lasciarne lo squittino al leggitore, che non sia affatto digiuno della disciplina di que’ tempi: perchè se si pensano le cose d’allora tali, quali oggi si veggono, s’incorre certamente negl’errori di coloro, i quali non distinguendo i tempi, giammai possono concordare le scritture. E cosi dove l’ampia giurisdizione, dalla quale il Consagratore esenta il Monistero, e suoi Religiosi? Dove 1318. Padri del Concilio Niceno, alla maledizione de’ quali soggetta coloro, che contravenissero a quanto si era disteso nel suo Diploma? Mentre ognuno fa, che in detto tempo la celebrazione di esso non era stabilita, che solo nella mente di Dio, essendosi fatta tanti anni appresso, cioè nell’anno 325. dove l’uso di maledire i violatori di qualche ordinamento, e pregare loro calamità, e dannazione con Datan, e Abiron, e con Giuda Traditore? Posciacche questo non cominciò, che ne’ tempi bassi, assieme col pregare benedizioni, e felicità a coloro, i quali ne fussero mantenitori. Finalmente dove la formolapro remedio Animae meae? Posciache non fu in prattica, se non ne’ tempi bassi, come la precedente.

19. Ma perchè il fine dell’Autore del Diploma, non fu altro, che col mezzo d’un tal Privilegio esentare il Monistero di Tremiti, e farlo libero in ogni cosa dal proprio suo Ordinario; stimiamo perciò fermarci, e vedere se in que’