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366 MEM. STOR. CIV. ED ECCL.

to, acciocchè liberamente potesse alle Divine contemplazioni attendere, a guisa di un altro Elia, fuggendo il rumore delle mondane cose, in cotesto luogo si ritrasse, in cui gustava gran contento sì per la gradita abitazione, e sequestrazione dal Mondo, sì per la dolcezza del Celeste influsso, e temperanza dell’aria. Cominciò a fursi una casuppola in quella parte dell’I sola, che sopra dicemmo, fu a S. Nicola consacrata. Imperocchè per la molta antiquità, overo perchè lungo tempo nullo avea costì abitato, erano dirupati gì’Edificj di Diomede, e in guisa spiantati, che appena poteansi rinvenire. Quello adunque Cultor di Dio con grande tranquillità di animo godendosi, facea più tosto vita Celeste, che terrena. Il quale stando un dì in profonda Orazione occupato, vidde in spirito la Gloriosa Madre del Salvatore, dicendoli tai cose. Levati, disse Ella, e prendendo il Sarchiello va tosto a cavare in cotesto luogo, ove trovarai danari non pochi sotterrati, i quali prendendo naviga in Costantinopoli, ove comprerai quelle cose, che a fabbricare il Tempio a mio modo siano necessarie: il che detto disparve. Alzandosì l’Uomo di Dio, in sè ritornando, cominciò lungamente a pensare la novità di tal visione, di cui versando in dubbio, turbato meditava tra sè tacitamente se dovea all’Oracolo porger fede. Onde stando il dì seguente con tutto l’animo in Orazione contemplando le cose celesti, ecco di nuovo la veneranda Madre di Dio Maria apparveli con viso alterato, e con occhi sdegnati, riprendendolo acerbamente, perchè il primo comandamento adempito non avea, imponendoli, che di fatto andasse a cavare il luogo di già mostrato, ponendo. fine a tutto ciò, che prima gli avea accennato. Il che volendo egli adempire senza indugio, con grande studio cavando appresso un Sepolcro, trovò alcuni vasi di moneta di oro, coperti di argento, e nella stessa sepoltura una Corona indorata, di cui fu già di sopra detto. Incontanente quel Servo di Dio in terra prostratosi in lode della Beatissima Vergine proruppe, e il tesoro raccogliendo propose a’ Divini precetti quanto prima obbedire.

3. Quindi dopo aver fatto porre il Romito in ordine per lo viaggio di Costantinopoli, e fatto imbarcare, e viaggiare, soggiugne: Arrivato dunque nel Porto di Costantinopoli il S. Uomo, incontrossi in una nave carica di ogni provisione da edificare il Tempio, come apparecchiata da Dio divinamente per compita edificazione. Conducendo egli la Nave all’Isola comprò tutto lo necessario alla perfetta edificazione del Tempio. Introdottovi Artefici per tale effetto, cominciò la Chiesa della Beatissima Vergine a fabbricare. La cui fama del Tempio pervenuta a’ Popoli circonvicini, e concorrendovi alla divozione, acciocchè tanto più crescesse, cominciò la Vergine Santissima di molti miracoli illustrarlo. Per tanto scorgendo quel pio Uomo la divozione della Chiesa augumentarsi per i segni, miracoli, e prodigj giornalmente appo i Fedeli, meditava giorno, e notte, come potrebbe dare la cura del Tempio ad alcuni Religiosi, ad effetto, che il culto Divino, e la divozione del Popolo per quei fusse accresciuta. Dalla cui santa meditazione infiammato partì per Roma, a fine di operare col Sommo Pontefice, che del Tempio, e Isola volesse ad alcuni Religiosi darne cura: alla cui dimanda acconsentì volentieri il Pontefice, onde il Santo Uomo, ottenuto il suo intento, tornato nell’Isola diede l’amministrazione della Chiesa, e governo dell’Isola a’ Religiosi. Il quale pieno