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354 MEM. STOR. CIV. ED ECCL.


15. Fuori dell’abitato oltre al Cimiterio, posto nel luogo detto la Cappella di S. Giovanni, si vede una picciola Chiesa col titolo di S. Nicola di Bari, pochi passi discosta dalle mura della Terra, la quale si governa dal Procuratore, che si conferma dalla Corte Vescovile.

16. Per la stessa strada, e propriamente per quella, che conduce al Bosco, chiamato Ramitello vi è un’altra picciola Chiesa sotto il titolo di S. Cristina, e distante da quella di S. Niccolo da sessanta passi, parimente si governa dal Procuratore, che si destina, e si conferma, come si disse delle altre. Appellandosi questa Chiesa volgarmente S. Venere, è da dirsi, che ella fusse dedicata a questa Santa; imperciocchè presso i Greci è in molta venerazione, benchè sotto nome di Parasceve, come nata in Venerdì Santo, che si dice Parasceve; i Latini però l’appellarono S. Venere, o S. Venera, e anche S. Veneranda, prendendo il nome di lei dalla voce latina Venerdì. Nel Martirologio Romano se ne fa la memoria a’ dì 14. Novembre, ma la Chiesa Greca la celebra a’ dì 26. di Luglio, e così pure han fatto molte Chiese del nostro Reame da che furono abitate da’ Greci, o che fussero sotto il dominio Greco. E perchè in detto giorno de’ 26. Luglio s’incontra anche la Festa di S. Anna Madre di Maria Vergine, il Volgo ignorante in molti luoghi confonde una Santa coll’altra, il che non è vero, come chiaramente lo fa vedere un antico Breviario proprio della S. Chiesa di Lecce, dove vi sono le Lezioni di S. Venere a’ 26. di Luglio, ficcome anche si osserva ne’ Calendarj e Lezionarj antichi della Chiesa di Malta, dove pure è tenuta in molta venerazione. E questo sia detto a riguardo de’ Greci Abitatori della nostra Terra di Campomarino, come pure di Ururi, che con loro portarono il culto di questa Santa.

Della Madonna Grande.

17. È in gran venerazione la Chiesa sotto il titolo della Madonna Grande, così volgarmente appellata, e propriamente detta di Colloredo, o di Caroleto da un Casale distrutto, che avea questo nome, nel piano, che dicesi lo Saccione, Territorio di Campomarino, ed è distante da esso quattro miglia, siccome pure quattro da S. Martino, tre da Portocannone, otto da Serracapriola, e due dalla Torre di Ramitello. Non conta antichità maggiore, che poco più di ottanta anni, si vuole la sua origine dal ritrovamento di un Quadro in Tavola della B. Vergine, fatto da un Villano, mosso da virtù superiore, in una Grotta sotterranea, il di cui culto non solo fu promosso dalla divozione de’ con vicini, ma anche, e maggiormente dalla pietà, e larghi doni di D. Diego d’Avalos di Aragona, Marchese del Vasto, coll’occasione, che egli passava allo spesso per quel luogo, andando a Serracapriola, luogo di suo dominio. Per la qual cosa fu edificata questa Chiesa tutta di mattoni in forma ottangolare di una grandezza smisurata, e in memoria di un tanto Benefattore si veggono le armi gentilizie della Casa d’Avalos sopra la porta di’ detta Chiesa, e sparse per la sua fabbrica, e anche aggiunte al Quadro della B. Vergine, il quale è collocato sopra l’Altar Maggiore tale quale si ritrovò, celebrandosene la Festa ogni anno a’ 15. Agosto con numeroso