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344 MEM. STOR. CIV. ED ECCL.

institutis addiciant, et plenaria peccatorum indulgentia Ecclesia S. Maria de Angelis Assisinati in Festo ’Portiuncula concessa iisdem quoque conceditur, si tamen singulis diebus prime hebdomada Mensis Augusti, unam etiam praefata orationis mentalis horam duabus illis (de quibus paulo supra) adjunxerint, quod libentissimo animo devotissimi illius avi Fratres praestarunt. Lo stesso dice il Wadingo, e rispetto al suddetto P. Pietro: Jacent hic praedictus ’Petrus, cujus tanta fuit sanctitas, ut plurimis infirmis salutem a Domino impetrarit; Angelus de Slavis Laicus vir humilitatis, et paupertatis admiranda: come nel tom. 14. della nuova edizione num.52. pag.491

Delle Chiese distrutte.

35. Non sono poche le Chiese, che si contano in questa Terra, le quali siccome l’aveva innalzate la pietà de’ Fedeli, così la vicenda del tempo ha fatto, che tratto tratto si fussero consumate, e ridotte a niente, o fatte abbattere da’ Vescovi zelanti, conoscendo, che in esse non si poteva più rendere il culto al Sommo Dio con decenza . Queste sono.

34. La Chiesa di S. Bartolomeo Apostolo, la quale era posta fuori dello mura, e propriamente nel luogo, ove veniva situato anticamente il Cimiterio perla via, che porta alla Terra di Serracapriola da una parte, e dall’altra ad Ururi, distante dalla nostra Terra da circa cinquanta passi; ma perchè ora il Cimiterio si è fatto dietro la Chiesa di S. Martino, a questo luogo è rimasto il nome di Cimiterio vecchio.

35. La Chiesa di S. Rocco, forsi innalzata a questo Santo in occasione di ricorrere a lui nel Contaggio, ed era distante da sei passi da quella di S. Bartolomeo, posta a man dritta nella stessa strada, e di essa neppure si veggono i vestigj.

36. La Chiesa di S. Nicola Vescovo di Mira, detto di Bari, veniva situata per la stessa strada, e distante pochi passi dall’antecedente. Di questa ne abbiamo memoria assai chiara, e fappiamo, che ella non sia stata una semplice, e picciola Chiesetta, come per lo più erano le altre già abbattute, ma una celebre Chiesa de’ PP. Benedettini, arricchita di molte rendite, e forse Grancla, o sia appellata allora Cella del Monistero di Montecasino, dal di cui Abate Girardo, che visse in questo posto dall’anno 1111. al 1123. fu applicata per uso del Vestiario de’ Monaci. Di tutto ciò si fa menzione nella Cronaca Cassinese lib.4. cap.76. in questo modo: Eo etiam tempore Gyrardus Abbas noster concessit in Vestiario Fratrum Ecclesiam S. Maria de Casali plano, della quale si dirà parlandosi di Morrone, et Monasterium S. Benedicti in Pectinari, del quale si è parlato nel cap. preced. ove di Ururi, et Ecclesiam S. Nicolai in Castro S. Martini cum omnibus pertinentiis eorumdem. Di questa concessione della detta Chiefa vi è una Carta del lodato Abate Girardo dell’anno 1115. da riportarsi da noi in parlare della sopraddetta Chiesa di S. Maria di Cafal Piano nella Terra di Morrone, e in essa tra le altre cose cosi si dice

Concessi etiam eis Ecclesjiam S. Nicolai, qua est in Caftro S. Martini cum omni-