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LIB IV. CAP. I. 317


35. A cagione delle rivoluzioni state in Regno nel 1647. che in questa Diocesi, e contorni portarono del gran sconvolgimento, restò nuovamente questo Casale disabitato, fuggendo, e ricoverandosi in varie parti li suoi Abitatori, e que’ pochi, che vi erano rimasti, nel 1654 lo lasciarono in abando no, come negl’atti del Sinodo celebrato da Monsignor Persio Caracci l’anno 1655. ne’ quali si legge: R. Archipresbyter Casalis Ururi: vacat, ob discessum Popoli de Mense Augusti praeteriti anni 1654, ideo nemo comparuit. In appresso col ritorno de’ medesimi, e altri, fu nuovamente abitato, come al presente si abita con mescolanza di’ pochi de’ nostri per matrimoni contratti, o perchè altri abbiano voluto condursi ad abitarvi, di maniera che formano un Casale con competente numero di fuochi.

36. Quanto però all’affitto delle rendite di quello Casale, fatto in persona del suddetto Capitan Teodoro Crisma Albanese per l’annuo cenzo di ducati 300. a favore del Vescovo di Larino, e sua Mensa, come sopra, egli cessò subito, e il Vescovo l’ha posseduto, come attualmente lo possiede liberamente con tutte le sue giurisdizioni, come appresso, e per esso ne va tassato ne’ Regj Cedolarj in annui ducati undici, e grana quindici, cresciuto tal pagamento alla Regia Corte tratto tratto, poichè nel Cedolario del 148. si vede tassato in ducato uno, e tarì quattro, in quello del 1500. in annui ducati otto, e in appresso fin’al presente in annui ducati undici, e grana quindici, e si è andato crescendo forsi a misura delle Giurifdizioni, che si è considerato dalla Regia Corte, che il Vescovo vi aveva; e rispetto a i fuochi, nella numerazione del 1595. fu liquidato per fuochi quarantacinque, come sopra, e in quella del 1669. che si legge nella Descrizione del Regno, stampata nel 1671. sta scritto: Deruri (per Ururi) vecchio, aver fuochi settantanove, e nuovo, quarantasei, cresciuto appresso in maggior numero, come si trova al presente.

Fabbriche Civili, ed Ecclesiastiche d’Ururi

37. Venendo ora a parlare delle fabbriche Civili di questo Casale, quale al presente si chiama Terra di Ururi, e principiando dalle Civili. Egli è tutto murato all’intorno di fabbriche antichissime, e sembrano del medesimo secolo XI. con due porte, una all’incontro dell’altra, e sopra di esse si vedono collocate le armi de’ Vescovi, cioè sopra di quella, che conduce a Larino, le armi di Monsignor Persio Caracci, e sopra l’altra, che conduce a Serracapriola, disperse le antiche al presente vi sono le nostre. Le fabbriche de’ particolari non sono dispreggevoli, e vi si vedono delle commode assai, e ben formate; e attesa l’angustia del sito, che viene circondato dalle muraglie di questa Terra, altre case si sono fabbricate fuori di esso, e intorno alla medesima per anche commode.

38. Il Palazzo Baronale, che sta a fianco della suddetta porta, che conduce a Serracapriola con suo portone coll’uscita per fuori le mura della Terra, merita esser considerato. Egli è antichissino, ma poi abbattuto, fu di nuovo