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S. Vangelo, sin dal tempo degli Apostoli, o degli Uomini Apostolici, o che essendo stato, come è certo, che fu ricevuto sin da detto tempo nelle Città preaccennate, non possa negarsi, che anche sia stato pratticato lo stesso in Larino1. E ciò per il costume, che avevano gli Apostoli, e Uomini Apostolici di piantare la Fede di Gesù Cristo nelle Città più illustri, e lasciarvi il proprio Vescovo col fondamento, che abbattuta l’Idolatria nelle Città capitali, riuscisse più facile abbattersi nelle altre inferior2. Né può dubitarsi, che Larino in que’ tempi fusse stata tale, avendone incontrastabili testimonianze di chiarissimi Scrittori contemporanei3, e basta per tutti Marco Tullio Cicerone, il quale nella XIV. Orazione, che è la più diffusa, la più fatigata, e la più celebre tra tante altre sue, e dove non parla, che di Larino, fatta in Senato in difesa diAulo Cluvenzio Avito, Homo; come egli dice; non solum Municipii Lari-

  1. V. lib. 3. cap. 2. num. 1. e segg. pag. 172.
  2. Tomasin. de Veter. & Nov. Eccl. Discipl. tom. I. lib. I. cap. 3. num. 2.
  3. V. lib. I. cap. 7. e altri appresso pag. 30 e segg.