maggiori la sesta era quella dei Medici, e degli Speziali, e quivi si sa che Dante si fece descrivere1, o come si usa dire presso di noi, matricolare2. E volendo egli impiegarsi ne’ suoi più verdi anni per benefizio della Patria, credè che il prendere il partito della milizia non disconvenisse ad uno, che le arti di pace aveva particolarmente preso a coltivare. Avendo adunque i Fiorentini l’anno 1289. deliberato di andare contro Arezzo per vendicare i torti ricevuti dai Ghibellini, i quali ivi sotto il dominio del Vescovo Guglielmino degli Ubertini dell’antica famiglia dei Pazzi di Valdarno3 (più atto all’esercizio delle armi, che al governo pastorale delle anime), facevano il loro nido, adunarono un formidabile esercito composto dei più valorosi Guelfi di Bologna, e di Toscana loro alleati. In esso fra i soldati a cavallo si volle trovare il nostro Dante, e con gli altri arrivato nel Casentino presso Poppi, incontrò i nemici, i
- ↑ In un libro membranaceo in foglio di detta arte intitolato «Estratto del primo libro delle Matricole di Firenze segnato A. che comincia dall’anno 1297. e dura fino al 1300. a cart. 47. leggesi «Dante d’Aldighieri Poeta Fiorentino». Perchè più in quest’arte, che in altra fosse descritto il nostro Dante, non saprei di sicuro asserirlo. Può essere che i suoi passassero, come noi Fiorentini diciamo, per quest’arte, per avere avuto un negozio di speziale: e può essere ancora che Dante volesse un tempo esercitare la medicina, di cui non era certo ignorante.
- ↑ Vedi il Vocabolario della Crusca in questa voce.
- ↑ Così dicono Simone della Tosa nei suoi Annali all’anno 1289. e Dino Compagni nel lib. 1. pag. 6. edizione di Firenze del 1728. in 4. benchè gli altri Storici tutti facciano questo Vescovo della casata degli Ubertini. Ma avvertendo che Dino visse appunto a’ tempi di questo Vescovo, e che perciò potè essere meglio degli altri informato di che casata egli fosse, ho creduto di dovere seguitare la sua asserzione, la quale per questo stesso motivo è stata abbracciata ancora dal Coleti dottissimo annotatore dell’Italia Sacra dell’Ughelli, colà dove nel tom. I. si parla di Guglielmino. Vero è per altro, come costa da più scritture dell’Archivio dei Canonici di Arezzo, che un ramo de’ Pazzi di Val d’Arno, del quale era il Vescovo, intorno a’ tempi ne’ quali egli visse, cominciò a chiamarsi degli Ubertini, onde ben sta’ che Guglielmino sia chiamato da Dino, e da Simone della Tosa, de’ Pazzi, e da altri degli Ubertini.