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di uno dei due citati scrittori della Vita di Dante è stata di tanta forza nell’animo del dotto Veneziano che scrisse in lingua volgare della letteratura greco-italiana, che doppo aver sostenuta nel nostro Poeta la cognizione di questo idioma, si è creduto in obbligo di ritrattarsi1. Ma il sentimento di questi tali non è talmente appoggiato a così valide ragioni, che abbia sicurezza di non esser con giusto impegno combattuto, e forse ancora depresso. Imperocchè facendoci a considerare non solamente le voci greche adoperate da Dante tanto nel suo Poema2, quanto nel suo Convivio3 e negli altri suoi scritti, ma le maniere di

    Prefaz. alla citata Vita del Manetti pag. XXIV; Domenico Manni lez. della antichità delle lettere greche in Firenze quivi impressa nel 1762. in 4.°

  1. Questi è il padre Giangirolamo Gradenigo cherico regolare poi Vescovo. Egli indirizzò in una lettera al Card. Quirini un suo ragionamento sopra lo studio della lingua greca in Italia ne’ tempi di mezzo, e la fece inserire nel tom. VIII. delle miscellanee di varie operette pubblicate da Tommaso Bettinelli nel 1744. in Venezia. In essa adunque sostenne pag. 97. e seg. che Dante aveva saputa la lingua greca; ma dando in luce nuovamente questo discorso in Brescia nel 1759. in 8.° ha con poca avvedutezza pag. 109. e seg. mutato parere per essergli sembrato militare più forti ragioni per la parte negativa, che per l’affermativa, e per aver fatto troppo caso dell’autorità di Giannozzo Manetti scrittore che a senso mio non sbilancia col suo detto le prove le quali dall’opere stesse di Dante si ricavano. Altre prove decisive si troveranno più avanti sulla cognizione di Dante nella lingua Greca.
  2. Più voci greche mescola Dante nella sua Commedia come Perizoma nel C. XXXI. dell’Inferno vers. 61. Entomata, che che ne dica il Salvini, per significare insetti, Purgatorio C. X. vers. 128. Geomanti ivi C. XIX. vers. 4. Eunoè (buona-mente) ivi C. XXVIII. vers. 131. Galassia (via lattea) Paradiso C XIV. vers. 99. Latria (culto) ivi C. XXI. num. 111. Teodia, canto in lode di Dio, ivi C. XXV. vers. 73. ec. Non avrebbe mai detto dell’anima: Angelica Farfalla: se non avesse saputo che il Greco chiamava l’anima, e la farfalla con lo stesso nome.
     Parve anco al dottissimo Greco CavoFonte/commento: Pagina:Memorie per servire alla vita di Dante Alighieri.djvu/228 Mustoxidi che quell’apostrofe ch’è nell’Inferno al XXXIII. O Genovesi uomini diversi, sia una imitazione dell’epiteto che Omero nella sua Protasi dell’Odissea dà di Politropos ad Ulisse, voce che si reputa molto difficile da rendersi in italiano.
  3. Quivi ancora usa la voce Protonoe cioè prima-mente,