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briello poi terzo figliuolo di Dante abbiamo riscontro che fosse in vita nel 1351.1, e gli altri due suoi figliuoli, cioè Alighiero ed Eliseo, morirono in un’età molto tenera di pestilenza, se star dobbiamo al detto del tante volte citato Filelfo2. In quanto alla figliuola Beatrice, nella quale è probabile che Dante rifacesse il nome della Beatrice Portinari da lui amata con trasporto di passione, si sa che vestì l’abito religoso nel monastero di S. Stefano detto dell’Uliva di Ravenna, ed a costei forse per premiare i meriti del padre in vita non apprezzati, la Repubblica Fiorentina per mezzo di Gio. Boccaccio concesse nel 1350. un sussidio in denaro3. Dal sopra mentovato Pietro, e da una Jacopa nacque un altro Dante «civis optimus, et vir deditus familiaribus negotiis» al dire del Filelfo4 e questo morì l’anno 1428.5 un altro Jacopo, ed un Bernardo6, e tre sorelle cioè Aligeria, Gemma, e Lucia

  1. Ne’ detti spogli questo Gabbriello è notato fra i figiuoli di Dante coll’anno 1351. per dare a divedere che in quel tempo viveva. Ne’ medesimi spogli parimente si dice che una figiuola di Dante fu moglie di uno de’ Pantalioni da Firenze, ma non si accennando nè il nome di lei, nè quello del marito, l’abbiamo tralasciata nell’albero. Il non vedersi poi il mentovato Gabbriello fare alcun atto insieme coi fratelli nelle da noi citate scritture, può far credere che egli fosse diviso da essi.
  2. Di essi dice il Filelfo nella vita di Dante «Peste sunt oppressi cum annum duodecim alter, alter vero octavum attigissent». Io non so di qual peste parli questo autore, mentre non trovo che alcuna ne fosse in Firenze fra il principio del XIV. e la fine del XIII. secolo.
  3. In un libro d’entrata, ed uscita del 1350. tra gli altri esistenti nella cancelleria de’ capitani di Or S. Michele riposto nell’armadio alto di detta cancelleria, si legge a pag. 30. la seguente partita a uscita nel mese di settembre del detto anno 1350. «A messer Giovanni di Bocchaccio (è il famoso autore di 100. novelle) fiorini dieci d’oro, perchè gli desse a suora Beatrice figliuola di Dante Alleghieri monaca nel monastero di Santo Stefano dell’uliva di Ravenna ec.
  4. Nella vita di Dante lo rammenta ancora Leonardo Aretino.
  5. Il marchese Scipion Maffei luogo citato pag. 53. ci attesta di aver veduto nel pubblico archivio di Verona, poi miseramente incendiato, il di lui testamento in data del 1428.
  6. Il suddetto necrologio è quello che ci dà notizia di costui