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28 memorie


§ IV.

Degli antenati di Dante, e de’ suoi discendenti.

Dopo aver parlato in generale della casata del nostro Poeta, per illustrazione del qui annesso albero genealogico della medesima, dobbiamo poco fermarci a ragionare de’ suoi maggiori, e di quelli che da lui discesero. Il primo di cui si abbia una distinta notizia fu Cacciaguida, dal quale derivò per dritta linea Dante1. Nacque Cacciaguida in Firenze l’anno 1106. in circa, siccome osservano gli Accademici della Crusca2 in una postilla marginale a queste parole del canto XVI. del Paradiso3.

.  .  .  .  .  .  .  Da quel dì che fu detto Ave
     Al parto in che mia madre, ch’è or santa,
     S’alleviò di me ond’era grave,
Al suo leon cinquecento cinquanta
     E trenta fiate venne questo foco
     A rinfiammarsi sotto la sua pianta.

Ed in vero fingendo il Poeta di parlare a Cacciaguida nella costellazione di Marte, che mette quasi due anni di tempo a terminare il giro del cielo, ed a scorrere per i dodici segni dello zodiaco, qualora si moltiplichi per due il numero 553. viene ad aversi il 1106. non valutando que’ rotti del tempo, che impiega la detta stella nel ritornare in un medesimo segno, giacchè può credersi che ad essi Dante non facesse attenzione4. E’ poi da osservarsi che negli

  1. Per questo finge il Poeta che Cacciaguida lo chiami figlio nel primo abboccamento ch’ebbe con esso. Canto XV. del Paradiso v. 52.
  2. Nella loro pregievole edizione della Divina Commedia fatta in Firenze per Domenico Manzani nel 1595. in 8°.
  3. Verso 34. e segg.
  4. Veramente nelle prime edizioni della Commedia leggevasi negli addotti versi trenta invece di tre ma questo errore scorso anche ne’ manoscritti fu avvertito, e corretto da suddetti Accademici