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di dante alighieri | 25 |
e che neppure con i medesimi si sa sicuramente che avessero che fare que’ del Bello, altra famiglia per altro, a cui toccò il godimento de’ primi magistrati nella Repubblica nostra. Vincenzio Bonanni trovando un Geri del Bello, come più a basso diremo, del sangue di Dante, non esito a credere1 che di questa casata fosse detto Geri, quando il riscontro de’ tempi ci fa molto dubitare, se le appartenesse in verun modo2. Ma per intendere ciò che siamo per dire nel seguito di queste memorie, si dee premettere che i maggiori di Dante nelle divisioni, le quali tanto sturbarono la quiete pubblica dell’Italia, e specialmente di Firenze, si attennero sempre al partito Guelfo, e come tali due volte furono cac-
- ↑ Nel suo discorso sopra la prima cantica della Commedia di Dante pag. 2. e. 3. dell’edizione di Firenze presso il Sermartelli 1572. in 4.° Ved. anche il medesimo a pag. 184.
- ↑ La casata del Bello, che dal 1302. al 1371 dette Priori, e Gonfalonieri alla Repubblica, non può discendere da messer Bello zio grande di Dante, perchè da Prioristi apparisce l’autore di essa essere stato un Bello figliuolo d’Alberto. Questo Bello ebbe un figliuolo nomitato Geri, da cui nacque un Giovanni, che nel 1340. fu Gonfaloniere di giustizia, e del 1371. la quinta volta de’ Priori. Da ciò ne segue, che detto Geri non è quello di cui parla il Poeta nel canto XXIX. dell’Inferno (v. 18. e seg. e v. 27.) perchè questo suo zio cugino, come diremo nel paragrafo che segue, viveva circa cento anni avanti, ed in conseguenza non potette essere il padre del predetto Giovanni, se non si forza molto la cronologia. È vero che anche il capitan Cosimo della Rena nell’introduzione alle serie de’ Duchi, e Marchesi
ghieri, ed i Biliotti come consorti, e con la medesima arme. In altri Prioristi, e pe’ mentovati scritti del Rucellai i Biliotti hanno per arme uno scudo con liste azzurre in campo rosso tramezzato di rose d’oro. Ma il lodato Giovanbattista Dei mi fece avvertire la vera arme di questa casata, che si vede nella Chiesa di S. Lorenzo a Vicchio Piviere di Ripoli, ed in S. Croce di Firenze in più luoghi nelle sue sepolture essere stato un campo azzurro con Croce dentata d’oro, e due stelle pur d’oro nel primo, e quarto lato della medesima Croce; e lo sbaglio di coloro, i quali confusero i Biliotti del quartier S. Croce con gli Aldighieri esser derivato dall’incontrare il nome d’Aldighieri della discendenza di Ricco Biliotti, il qual nome non era gentilizio in questa famiglia, ma lo aveva preso un figliuolo di Francesco del detto Ricco, perchè nasceva da Lisabetta figliuola d’Aldighieri del sopra mentovato messer Gherardo. Tanto apparisce nell’albero, che il Dei ha diligentemente formato della casata degli Aldighieri suddetti, e dei Biliotti.