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16 | memorie |
Leonardo per figiuolo, il quale fece testamento nel 1371. e che fu Patrono della Chiesa di S. Andrea in mercato vecchio, come dal testamento medesimo apparisce1. Del resto ancora si sa, che gli Elisei ebbero castella in contado, e torre in Firenze distintivo d’una special potenza2. Ma lunga ed inutil fatica sarebbe per noi il ricercare scrupolosamente l’arme, e la discendenza loro in diversa maniera, tessuta da’ genealogisti, ed espressa ne’ registri dei Priori e Gonfalonieri, che governarono la Repubblica, che noi Priorista appelliamo. Il sopra mentovato Moronto non ebbe successione3 ed il nostro Poeta per diritta linea discese da Cacciaguida. I di lui discendenti presero il cognome di Allighieri in memoria di sua consorte ch’era degli Aldighieri «di Val di Pado» cioè di Ferrara, siccome asserisce il Boccaccio4 ed una numerosa folla di scrittori
- ↑ Questo testamento che esiste nell’archivio del Regio Spedale di S. Maria Nuova è riferito dal Manni nel suo citato libro delle terme Fiorentine lib. 2. cap. 9. ed in esso si legge «Leonardus olis domini Bonaccursi de Liseis populi S. Mariae Nipotecose de arcu pietatis, fecit testamentum» ove vuole che «deferatur corpus suum per homines, et personas de domo de Adimaribus ad sepeliendum in Ecclesia S. Andreae Callismale, ut Patronus ejusdem in sepulcro fiendo in dicta Ecclesia».
- ↑ Lo dice fra gli altri Francesco Rucellai gentiluomo erudito, il quale andò in traccia delle memorie della Patria, in certi suoi scritti esistenti presso i suoi eredi, ed il Monaldi nella storia manoscritta delle famiglie Fiorentine.
- ↑ Leonardo Aretino vita di Dante. Negli spogli della Badia di Firenze fatti dal capitan Capitan Cosimo della Rena trovo «1076. Filii, et nepotes Morunci de Arce». O questa è una persona diversa da Moronto fratello di Cacciaguida, com’è probabile, o altrimenti l’Aretino si sarebbe ingannato.
- ↑ Dicesi che un antico codice di Virgilio scritto nel 1193. che dalla libreria de’ Carmelitani di Ferrara passò in potere de’ Conti Alvarotti portasse il nome di Giovanni Alighieri, per aver lavorate le miniature, ch’erano in esso Codice. I libri di detti Conti passarono nel Seminario di Padova, ma più non vi esistono. Il monumento par sospetto all’abate Lanzi nella sua storia pittorica d’Italia tom. II.
domo domini Bonaccursi Elisei et fratrum Guidottus filius quondam domini Elisei suo nomine, et vice, et nomine domini Bonaccursi Elisei fratris sui locat bona in populo S. Columbani, canonici de Mosciano confines etc.» Si osservi il titolo di dominus dato ad Eliseo.