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illustrium poetarum Italorum»1 nel 1719. vennero in luce due Egloghe latine indirizzate, come dice il Boccaccio2, a Giovanni del Virgilio per risposta di altre mandateli3 dallo stesso Giovanni. La presente edizione è assai scorretta, ed il Canonico Bandini, promise sopra un bel Codice di questa Libreria4 di pubblicare di nuovo le mentovate Egloghe con quelle del Petrarca, e di Giovanni Boccaccio. Ma non le Poesie solamente, le quali sono comprese nella Vita nuova, e nel Convivio fece l’Allighieri, ma molte altre ancora. Imperciocchè de’ dieci libri5 in che sono scompartiti i Sonetti, e le Canzoni di diversi antichi Autori Toscani, raccolti da Bernardo di Giunta, e stampati in Firenze

  1. Florent. per Jo. Tartinium et Sanctem Franchium in 8. pag. 115.
  2. Vita di Dante.
  3. Lo dice lo stesso Boccaccio, e nel Codice Laurenziano, di cui parleremo nella seguente annotazione, vi sodo ancora l’Egloghe scritte da Gio. di Virgilio a Dante. Egli fu grande amico, e grande ammiratore del nostro Poeta. Ved. il padre Orlandi nella Notizia degli Scrittori Bolognesi pag. 647. e seg.
  4. Pluteo XXIX. Codice membranaceo in foglio num.° 8. contenente varie cose, fra le altre vi sono le due Egloghe di Dante dirette a messer Gio. di Virgilio, e due di questo mandate a Dante, la prima pag. 132. e la seconda pag. 135. Questo Codice contiene parimente pag. 90. un’Egloga del medesimo messer Giovanni scritta a messer Musatto Poeta Padovano «ad petitionem Raynaldi de Cinciis» nella quale compiange la morte del nostro Dante. Egli è molto stimabile non tanto per l’antichità, quanto perchè tutti questi versi sono illustrati con note marginali di autore sincrono, che spiegano il vero significato dei medesimi. In un’altro Cod. della detta Libreria membran. in 4.° Plut. XXXIX. n.° 26. scritto nel XV. secolo da fra Giacomo da Volterra vi sono pure le dette Egloghe di Dante, con quelle di Virgilio, di Francesco Petrarca, di Gio. Boccaccio, di Gio. di Virgilio, e di Cecco da Meleto. Con questi due Testi, e principalmente col primo si possono correggere gli errori dell’edizione Fiorentina delle mentovate Egloghe. Mario Filelfo dice in generale che Dante «Eclogas nonnullas ediderat instar Virgilii» senza individuarne il numero.
  5. Così si legge nel frontespizio del libro, ma veramente sono XI.