verio Quadrio1 il quale fece manifesta al pubblico sì fatta rarissima edizione. Da essa il medesimo Quadrio trasse quella, che fece uscire dai torchi della stamperia della Biblioteca Ambrosiana2 nel 1752. in 8. arricchita con annotazioni tanto teologiche, che gramaticali3. Non solamente la versione dei VII. salmi, ma altre rime spirituali di Dante fece stampare il detto Abate Quadrio, perchè «tra tanta copia di libricciuoli spirituali, de’ quali per uso delle persone divote è ripieno il mondo, uno ancora ce n’abbia in rime, che gradir possa giustamente a’ poeti, e servir loro con frutto»4. Tali rime consistono in una Raccolta delle cose principali insegnateci dalla nostra santa Fede, e contengono il simbolo degli Apostoli secondo il Concilio Niceno, la spiegazione dei sette Sagramenti, il sunto dei precetti del Decalogo, l’enumerazione dei peccati capitali, e finalmente la parafrasi della Orazione Domenicale, e dell’Ave Maria; il tutto disteso in terzetti. È intitolata ne’ manoscritti qusta poesia il Credo di Dante: ed oltre a moltissime copie, le quali sono nelle nostre Biblioteche5, quan-
- ↑ Nella storia della volgar poesia Tomo VII. pag. 120.
- ↑ Presso Giuseppe Marelli.
- ↑ Queste annotazioni sono molto stimabili, siccome degna pur di essere letta, è l’introduzione generale del medesimo Quadrio, e la prefazione a ciascun salmo: onde per questa sua fatica ha riscosse le lodi dell’Autore della storia letteraria d’Italia Tomo VII. pag. 98. e seg.
- ↑ Così dice nella mentovata introduzione pag. 5.
- ↑ Più testi ne cita il dottor Lami nel suo catalogo dei manoscritti Riccardiani, e fra qusti segnato O. 11. in 4.° num. XXV. col seguente titolo «qui comincia el trattato della Fede Cattolica composto dallo egregio, famosissimo dottore Dante Alighieri Poeta Fiorentino, secondo che detto Dante rispose a messer l’inquisitor di Firenze, di quello che esso credea». Io non so quanto corrisponda al titolo la verità del fatto, e mi basta l’accennare, che non altro che questo Credo penso che sieno «alcuni versi, che fece Dante Alighieri quando li venia opposto essere eretico, e non credere in Dio» i quali erano in Venezia presso Giuseppe Aromatari, al dire del Tommasini pag. 95. delle sue biblioteche Venete. Ebbe torto adunque l’Arcimboldo Vescovo di Milano a ripor Dante fra gli eretici nel catalogo, che fece di costoro.