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via delle stampe di Parigi1 sotto gli auspici di Arrigo III., e per render più stimabile la sua edizione2 arricchì il Testo di Dante con note, una sopra il solo primo libro. Si lagna Monsignor Fontanini, (il quale di questo libro parla forse troppo prolissamente nella sua Eloquenza italiana)3 che il mentovato Corbinelli non ebbe l’avvertenza di stampare a fronte del testo latino, il volgarizzamento pubblicato dal Doria nell’edizione fatta in Verona nel 1729. di tutte le Opere del Trissino. Ma4, fu ristampato poi il detto Testo con la volgar traduzione a canto con la dedica al Cardinale de’ Medici5; e ciò ebbe attenzione di fare ancora Gio. Battista Pasquali nella sua impressione di questo libro nel 17416. Per altro il volgarizzamento che stampò Gio. Battista Doria, checchè ne dicano alcuni, e fra gli altri il Fontanini, non ha il minimo carattere di probabilità per esser creduto fattura legittima di Dante7. Io non

  1. Il frontespizio di questa rarissima edizione dice così: «Dantis Aligerii praecellentissimi Poetae de vulgari Eloquentia libri duo, nunc primum ad vetusti, et unici scripti codicis exemplar editi ex libris Corbinelli, ejusdemque adnotationibus illustrati. Ad Henricum Franciae, Poloniaeque Regem Christianissimum. Parisiis apud Jo. Corbon via Carmelitarum ex adverso Collegii Longobardorum 1577. cum Privilegio, in 8.°
  2. Oltre alle annotazioni del Corbinelli sopra il solo primo libro di Dante, altre cose rendono pregevole questa edizione, come si può vedere nel Fontanini.
  3. Dal Cap. XXII. del libro II. fino al cap. XLII. che è l’ultimo di detto libro.
  4. Per Jacopo Vallarsi sotto la direzione del Marchese Scipione Maffei in due Volumi in 4.° grande.
  5. Volume 2. pag. 141.-192.
  6. Fra le Opere di Dante Tomo II. pag. 83.-205.
  7. L’Apostolo Zeno nelle Annotazioni al Tomo I. dell bibl. del Fontanini pag. 33. Egli stesso in una lettera inserita nella Galleria di Minerva tomo I. pag. 63 e nella Vita del Trissino impressa ivi, pag. 73. non ebbe difficoltà di pronunziare, che il volgarizzamento di questa opera di Dante è del medesimo Trissino, e così il Marchese Maffei nella Prefazione pag. 29. alla mentovata edizione delle opere di questo Autore, soggiungendo ch’egli l’avea data fuori sotto altro nome, cioè del Doria. Monsignor Fontanini