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non lungi dalla Chiesa di S. Maria Nipotecosa, poi S. Donnino, nel corso degli Adimari o sia via de’ calzajuoli1 alcuno della famiglia degli Elisei, ed in specie un certo messer Buonaccorso giudice, e contemporaneo del nostro Poeta si disse de arcu2. Egli nasceva di un Eliseo probabilemte anch’esso giureconsulto, ed aveva un fratello chiamato per nome Guidotto3. Ebbe poi un

  1. Leopoldo del Migliore nel luogo citato scrive che la Chiesa parrocchiale di S. Andrea in mercato vecchio in antiche scritture è nominata S. Andreae prope arcum, e la Chiesa di S. Donnino in un testamento del 1371, che si riferirà più sotto, dicesi S. Mariae Nipotecose de arcu pietatis. Ciò potrebbe far sospettare che la volta della Misericordia fosse situata in egual distanza fra queste due Chiese; ma io stimo che quella di S. Andrea non fosse detta prope arcum se non per rapporto ad alcuno di quelli archi, che erano dove fu poi edificato San Miniato fra le torri secondo il mentovato Manni, (loc. cit.) giacchè la suddetta Chiesa non era da questo luogo molto distante. Se così fosse, allora si potrebbe collocare l’arco della pietà verso il canto detto della Croce rossa fra S. Donnino, e la già Chiesa dei Padri delle Scuole Pie; ed allora starebbe bene, che tanto il medesimo S. Donnino, quanto alcuno della famiglia Elisei, che quivi intorno abitavano, prendesse la denominazione, come diremo, dallo stesso arco. Vedasi Lami, Memorabilia Ecclesiae Fior. tom. 2. pag. 975. e seg.
  2. Lo afferma il Migliore nel luogo suddetto, ove dice di essersi incontrato a vedere antiche scritture: Dominus Bonaccursus de Eliseis de arcu. Judex. Intorno a questo Buonaccorso, Gio. Battista Dei peritissimo nelle memorie delle nostre famiglie Fiorentine, m’indicò tre carte estratte da’ rogiti di ser Matteo Biliotti, la prima del 1294. in cui si legge «Domina Gemma uxor Bindi magistri Benis Medici in praesentia domini Bonaccursi Lisei judicis legum doctoris petit mundualdum» La seconda del 1295. la quale mostra che «Dominus Bonaccursus Eliseus recepit florenos quinque pro salario suae avocationis et allegationum etc.» e l’ultima del 1300. nella quale si dice che» Domino Maruccio de Cavalcantibus, et Gerardino naturali filio Bonafedis Milliorati testibus. Bonafede Milliorati populi S. Mariae Novellae emancipavit Matteum filium suum coram sapienti, et jurisperitissimo domino Bonaccurso Helisei legum dottore.» Di lui fu poi moglie donna Ravenna di Castello de’ Nerli come apparisce da un documento del 1303. citato negli spogli di Pier Antonio dell’Incisa esistenti nell’archivio segreto di Palazzo vecchio di cui era custode lo stesso Dei.
  3. In una carta presa da rogiti del suddetto Matteo Biliotti a 95. statami comunicata dal nominato Dei, leggo «1300. Actum in