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I Poeti de’ tempi di mezzo amarono di prendere argomento da dei sogni, come rispetto a’ poeti Francesi è stato già osservato1. Ma checchè sia di questo, il libro di Dante diede certamente motivo a fra Tommaso di Matteo Sardi Fiorentino dell’Ordine di S. Domenico2 di comporre il suo Poema tutt’ora inedito, intitolato Anima Peregrina3, in cui perciò lo distinse onorevolmente chiamandolo suo maestro4. Ed in fatti

    blicata nel 1773. in 4.° sopra il ritmo dell’Anonimo Pipiniano, un intiero capitolo (cap. 64.) ha impiegato per sostenere che Dante da questo ritmo prese il modello della sua divina commedia, cosa veramente bizzarra ad immaginarsi.

  1. Raoul d’Houdan nel secolo 13. intitolò una sua favola sogno, o viaggio dell’inferno, di cui, e del Poema di Dante ved. l’Ab. Denina nelle sue vicende della letter. ediz. Veneta del 1788. tom. 1. pag. 182. e seg.
  2. Egli fu nel 1486. deputato Lettore nella nostra Università, e dopo aver sostenuto diversi impieghi nel suo convento di S. Maria Novella, passò a miglior vita il dì 27. ottobre 1517. siccome costa dal celebre necrologio di detto monastero. Di fra Tommaso parlano molti con lode, e fra questi l’Echard nella Biblioteca dell’ordine tom. II. pag. 38; il Negri fra gli scrittori fiorentini pag. 514. il Poccianti in Catal. script. ill. Florent. etc.
  3. L’originale di questo Poema col Comento del medesimo Padre Sardi fatto nel 1515. si conserva nella libreria di S. Maria Novella: e nella Magliabechiana cl. VII. codice 309. un’altro esemplare abbiamo veduto membranaceo in foglio, il quale è quel medesimo che dall’autore fu donato a messer Pietro Soderini Gonfaloniere perpetuo della Repubblica Fiorentina. Il Sardi credè di poter pubblicare colla protezione del Pontefice Leon X. questa sua fatica; onde portatosi a Roma ad esso ne donò una copia, che colà presentemente trovasi nella copiosissima libreria del Cardinal Neri Corsini.
  4. Lib. 1. cap. 22. Niente è più comune che l’imitazione tra gli autori. Monsignor Lorenzo Parmiero di S. Genesio custode della Vaticana compose a imitazione di Dante in verso eroico il Purgatorio, l’Inferno e il Paradiso, e in vecchiaja quando si ritirò alla sua casa lo ripuliva per darlo in luce. Lo attesta in Can. Marino Angelo Severinio nella storia manoscritta di S. Genesio composta verso l’anno 1570. riferito nel tomo 3. degli aneddoti letterari impresso in Roma nel 1774. da Gregorio Settario pag. 304. in nota. Quivi l’Ab. Amaduzzi parla di questo prelato cameriere di Giulio II. Leon. X. e Clemente VII. in congiuntura di pubblicare la vita da lui scritta di detto Giulio, e copiata dalla Vaticana in 8.