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e che questo fosse l’ultimo soggiorno, nel quale fino alla morte, senza mai di qui partirsi, stesse fermo a’ suoi studj seriamente applicato. A questo per altro fa contro quello che si legge in un piccolo libretto, che contiene una disputa sopra i due elementi Acqua e Terra, la quale, secondo quello che in fine di esso si legge, fu sostenuta da Dante nella città di Verona il dì 20. Gennajo 1320.1 Ma siccome di ciò non si ha altro riscontro, che il detto libretto impresso nel 1508. in Venezia, così o non è vero quello che in esso si dice, oppure Dante nell’essere in Ravenna si portò a Verona per rivedere i suoi, che quivi è probabile che si fossero fermati fino da quando egli si refugiò in Corte degli Scaligeri. Non è pure da tralasciarsi, per concludere di quest’ultimo periodo della vita del Poeta, che nel castello di Porciano posto a sinistra dell’Arno in Casentino, di cui esiste ancora qualche vestigio di fortilizio, dagli abitanti vien mostrato un certo sito dietro la chiesa, nel quale al dire di Ferdinando Morozzi2 per antica tradizione dicono essere stato carcerato Dante. Qualunque ne fosse la causa, ed in qualunque tempo avvenisse ciò, è certo, per quello che dicemmo sopra, correr voce che in età avanzata erasi Dante nelle Alpi della predetta Provincia trovato involto in amorosi lacci; e de’ popoli abitatori di un tal Castello pensa il citato autore ch’egli parlar volesse nel canto 14. del Purgatorio quando del suddetto fiume egli dice vers. 43.

     Tra brutti porci più degni di galle
          Che d’altro cibo fatto in uman uso,
          Dirizza prima il suo povero calle.

  1. Di questo libretto parla il Cinelli nella Biblioteca volante e l’Apostolo Zeno nel Vol. 2. delle sue lettere pag. 304.
  2. Nel suo ragionamento istorico mattematico dello stato antico, e moderno del fiume Arno. parte II. pag. 8. in Not. 3.