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128 | memorie |
a’ Senatori di Roma1 cercò Dante di sollecitare la coronazione di Arrigo, e per essere più al fatto di ciò che succedeva, venne in Toscanella piccola città del patrimonio di S. Pietro, di dove scrisse un’altra lettera allo stesso Arrigo in data del dì 26. aprile 1311.2, nella quale con nuove istanze lo pregava a volgere le sue armi contro la città nostra, sgridandolo, per così dire, della sua poca sollecitudine in adempire alle richieste de’ suoi devoti: nè altro frutto ei ne ritrasse se non che una terza condanna proferita in quell’anno istesso3. Arrigo dopo essere stato coronato in Roma nella Chiesa di S. Giovanni Laterano dal cardinale Niccolò da Prato, dal cardinale Luca da Fiesco Genovese, e dal cardinale Arnaldo Pelagrù Guascone per ordine del pontefice Clemente V.4 il dì 29. di giugno festa dei SS. Apostoli Pietro, e Paolo dell’anno 1312.5, per il contado di Perugia si trasferì
- ↑ Questa lettera tratta da un Codice della Libreria del Collegio Romano, è stata pubblicata la prima volta in Roma dal P. Pietro Lazeri Gesuita nel suo primo Vol. «Miscellaneorum ex manuscriptis libriis Bibl. Collegii Romani Societ. Jesu» impresso nel 1754.
- ↑ Questa lettera è stata stampata più volte, come diremo a suo luogo, e specialmente da Niccolò Vescovo di Butricato compagno e confidente d’Arrigo.
- ↑ Ci da notizia di questa terza condanna contro di Dante, il dotto Ab. Mehus, nella Vita del Camaldolense Ambrogio Traversari a CLXXXII. »ivi «Inter veteres chartas Reipublicae Florentinae reformationem vidi ann. 1311. factam ab Hubaldo de Auguglione Priore ea aetale artium, in qua spes Danti penitus adempta est Florentiam redeundi.
- ↑ Dino Compagni loc. cit. pag. 90.
- ↑ Il Villani lib. 9. cap. 42. e Dino Compagni dicono che questo succedesse il giorno della Festa di S. Pietro in Vincola, cioè il dì 1. d’agosto; ma il Muratori ne’ suoi Annali all’anno 1312. con l’autorità di Tolomeo da Lucca nella vita di Clemente V. e di Alberto Mussato sostiene che la detta coronazione seguisse il dì 29. di giugno.
era impegnato a sventarli i suoi disegni. Lo stesso Villani cap. 25. racconta il cattivo trattamento che i Fiorentini fecero nell’ottobre del 1311. agli Ambasciatori, che Arrigo aveva spediti nuovamente in Toscana.