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124 | memorie |
posso all’autorità del mentovato Scrittore dare in questo fatto tutta la fede, mentre da’ suddetti riscontri siamo portati a credere, che ancora in quell’anno non fosse il nostro Poeta passato a Verona. Partitosi adunque Dante da Maorello Malaspina se ne andò a Verona per implorare dagli Scaligeri Signori di essa, qualche ajuto. Governava allora, come si disse, quella città in compagnia del giovinetto Can Francesco,1 il fratello Alboino Principe quieto, pacifico, amorevole, e giusto amatore dell’onor di Dio, del ben pubblico, e dei Letterati2. Da esso fu con molta cortesia ricevuto e trattenuto presso di se, colmandolo d’infiniti benefizj ed onori3; e di lui non si dimostrò verso il nostro Poeta meno liberale il detto Can Francesco suo fratello. Egli era uno dei più notabili, e magnifici Signori che si sapesse essere in quei tempi in Italia4; onde per questo e per il suo valore che mostrò nelle guerre avute contro i Pa-
- ↑ Così lo chiama Girolamo della Corte.
- ↑ Vedasi il detto Girolamo della Corte lib. 10. pag. 596.
- ↑ Beatrice dice a Dante nel citato XVII. Canto del Paradiso vers. 73. e seg.
Avrà in te sì benigno riguardo,
Che del fare e del chieder, tra voi due(cioè fra voi, o Dante ed Alboino, presso del quale sarete refugiato)
Fia prima quel, che tra gli altri è più tardo.
- ↑ Così dice presso a poco Gio. Boccaccio nella VII. Novella della sua prima Giornata del Decamerone. L’elogio che gli fa Dante nel citato Canto XVII. del Paradiso è assai grande. E se a lui si dovesse applicare quanto dice lo stesso Poeta nel Canto I. dell’Inferno verso 101. e seg. ancor questo sarebbe un’onorifico elogio per detto Signore; ma io non credo che in quest’ultimo luogo abbia inteso Dante di parlare di Cangrande, perchè più abbasso dimostrerò che al suo Poema diede principio prima di avere esperimentata la di lui liberalità, della quale parla Sagacio GazataFonte/commento: Pagina:Memorie per servire alla vita di Dante Alighieri.djvu/228 presso il Muratori nella Prefazione alla Cronica di Reggio, scritta dal detto Sagacio, e continovata da F. Pietro suo Nipote la quale è impressa nel XVIII. Tom. Rer. Italic. Scriptor.