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118 | memorie |
Padova si fosse qua portato su la speranza di rientrare con gli altri suoi compagni nella Città, e senza fallo io stimo che esso fosse nel Castello di Monteaccanico della Casa Ubaldini di Mugello, quando venne in potere dei Fiorentini, salve le persone che dentro vi tovarono, siccome racconta il Villani1. Essendo adunque questa volta ancora svanita la speranza dei fuorusciti, i quali credendo di riacquistare la loro patria, avevano speso assai senza alcun frutto, mai più si raunarono, come dice Dino Compagni2. Allora Dante vedendo le cose sue ridotte a mal partito, se ne andò nella Lunigiana per implorare la protezione del Marchese Maorello Malaspina3, il quale benchè avesse molto favorita la fazione dei Neri4, con tutto questo essendo un gentile e cortese Signore, graziosamente ricevè Dante; onde per segno di gratitudine per le gentili accoglienze fattegli da detto Marchese Maorello, a lui dedicò la seconda Cantica della sua Com-
- ↑ Ved. Villani lib. 8. cap. 86. Egli dice che i Fiorentini andarono a oste sopra il detto Castello nel mese di maggio 1306. e lo stesso narra ne’ suoi Annali a detto anno Simone della Tosa.
- ↑ Dino Compagni loc. cit. pag. 72.
- ↑ Egli è chiamato diversamente dagli Scrittori; noi lo nominiamo Maorello sulla fede delle Istorie Pistolesi pag. 20. e 35. Ved. Mons. Fontanini Eloq. Ital. lib. 2. cap. 19.
- ↑ Benchè i Malespina fossero del partito dei Bianchi, Maorello non ostante, siccome fu in molte cose contrario agli altri della sua famiglia, così tenne dalla parte de’ Neri. Ved. Tommaso Porcacchi nella Storia della Famiglia Malaspina pag. 178. Edizione di Verona 1585. in 4.
Lapus, Taddeus, Ghinus, et Azzolinus de Ubertinis. Isti omnes et quilibet eorum pro se omni deliberatione pensata promiserunt, et convenerunt Lapo Bertaldi de Florentia recipienti pro viro nobili Ugolino de Felliccione, et pro ejus filiis, et pro omnibus aliis de domo Ubaldinorum, et pro quolibet eorum omnia damna interesse, et expensas restituere facere, et emendare de eorum propriis bonis, que vel quas predictus Ugolinus, vel eius consortes incurrent seu reciperent tam in bonis temporalibus, quam etiam in beneficiis ecclesiasticis occasione novitatis sue guerre facte vel facende per castrum Montis Accianichi, vel per aliquam aliam eorundem fortilitiam, vel fideles vel per ipsosmet ad arbitrium eorum sub pena duo mille marcarum argenti etc. pro quibus obligaverunt etc.».