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116 | memorie |
seguita la morte di Benedetto XI. e già in luogo di lui era stato eletto Papa, per i maneggi del mentovato Cardinale Niccolò1, Bertrando del Gotto2, Arcivescovo di Bordeaux ne’ 23. di Luglio 1305. il quale aveva preso il nome di Clemente V. Questo Pontefice era creatura di Bonifacio VIII. e benchè gli Elettori lo avessero creduto nimico del Re di Francia Filippo il Bello, non ostante si era riconciliato con esso lui per ottenere il Papato, ed egli fu quello che trasferì da Roma in Avignone la Santa Sede Apostolica, ove 70. anni in circa vi si mantenne3. Or Clemente V. per consiglio del detto Cardinale da Prato, mandò suo Legato in Toscana il Cardinale Napoleone degli Orsini4 per liberare la città di Pistoja dall’assedio, con cui la tenevano stretta i Fiorentini, e per torre, se fosse stato possibile, le fazioni. Essendo state per altro, nel tempo che era per viaggio, aperte le porte di Pistoja ai Fiorentini5, il Legato si ristette dal porre il piede in Toscana, e ad altre cose volse il pensiero6, finchè l’anno dopo
- ↑ Vedi Bandini loc. cit. pag. 27. e seg.
- ↑ Prop. Muratori Annali d’Italia anno 1305. = Pastor senza legge = lo chiama Dante nel XIX. Canto dell’Inferno del Purgatorio vers. 83.
- ↑ Dante accenna ciò nel Cant. XXXII. del Purgatorio vers. 158.
- ↑ Lo Storico Ferreto Vicentino narra, che questo Cardinale ebbe mano nella prigionia del Pontefice Bonifazio VIII. Ved. il secondo lib. della sua Storia inserita nel Tom. IX. Rer. Ital. Script. Egli era un’ecclesiastico molto potente e per la grandezza della sua Casata, e per le aderenze che aveva.
- ↑ Tal cosa seguì il dì 10. d’Aprile 1306. Dino Compagni loc. cit. pag. 71. Simone della Tosa Annali: Storie Pistolesi pag. 36.
- ↑ Ved. il Muratori ne’ suoi Annali all’anno 1306. e Dino Compagni loc. cit. Simone della Tosa all’anno 1306. scrive «E in questo anno di maggio venne a Firenze messer Napoleone degli Orsini Cardinale per pacificare i Bianchi coi Neri, e stette poco tempo». Giovanni Villani lib. 8. cap. 85. dice espressamente che quei che reggevano la Città, non vollero che venisse in Firenze,
non trovo che racconti che allora Dante fosse quivi, anzi dice che la fama di Giotto arrivò agli orecchi di Dante mentre era a Ravenna.