erano rivolte le forze dei Bianchi. La troppa fretta per altro che ebbero questi di accostarsi alle mura, prima che fosse riunito tutto quell’Esercito, che da varie parti attendevano, e la poca perizia di Baschiera Tosinghi che era quasi lor Capitano1, fece loro perdere il frutto della vittoria. Imperciocchè entrati con poco contrasto nella città, e condottisi fino presso la Chiesa di Santa Reparata2, sorpresi da un falso timore, conoscendo già, che più non erano ajutati da quei di dentro, con i quali avevano avuto intelligenza, dubitando d’esser traditi, si volsero indietro, e pieni di confusione senza più, lasciarono l’impresa3. Io non dubito punto, che fra coloro i quali vennero per sorprendere la nostra città non vi fusse il nostro Dante, ma avendo veduto riuscir vana la speranza concepita di rientrare nella Patria, è probabile che lasciasse la Toscana, ed in Padova si refugiasse. Quivi si trattenne certamente qualche tempo, trovandosi per sicuri riscontri, che egli vi aveva fermato il piede nel 1306.4. Era già
- ↑ Dino Compagni loc. cit. pag. 65. Da costui famoso nella Storia Fiorentina di questi tempi si denominò una Porta della Città, detta del Baschiera, la quale era là ove è in oggi la Via de’ Cenni: Ammirato Storia Fiorent. pag. 1. lib. 1.
- ↑ Villani, e Dino Compagni loc. cit.
- ↑ Sono da vedersi gli accennati Cronisti. Del resto tal cosa successe il dì 20. Luglio 1304.
- ↑ In un’Istrumento esistente presso i Marchesi Papafavi di Padova riferito nelle Novelle Letterarie di Firenze del 1748. col. 361. si legge = Millesimo trecentesimo sexto Ind. IV. die vigesimo septimo mensis Augusti Padue in contrata Sancti Martini in domo Domine Amate Domine Papafave; presentibus Dantino quondam Aligerii de Florentia et nunc stat Padue in contrata Sancti Laurentii etc. Racconta Benvenuto da Imola nel suo comento sopra il Canto II. del Purgatorio che Giotto ricevè in casa Dante quando egli a Padova si condusse, ed il Baldinucci nella vita del medesimo Giotto Decenn. IV. del secolo I. pag. 49. ripone questo fatto dopo il 1316. senza dirne il perchè; or dunque o bisogna supporre che più volte Dante stesse a Padova, lo che non è veramente improbabile, o che questo autore si sia ingannato, o in fine che falso sia quanto scrive Benvenuto. Forse Baldinucci averà seguita la scorta del Vasari, il quale doppo detto anno fa’ che Giotto andasse a Padova; ma questo scrittore