che pubblicò della medesima Commedia nel 1739 con le annotazioni del P. Pompeo Venturi Gesuita, e di Antonio Zatta nel 1757. in fronte alla sua magnifica ristampa di tutte le opere dello stesso Poeta1. Delle fatiche specialmente del Boccaccio, e dell’Aretino profittarono coloro, i quali dopo di essi presero a raccorre le memorie del nostro Divino Poeta. Fra questi uno fu Giannozzo Manetti discepolo nella lingua greca di frate Ambrogio Traversari, e cittadino illustre di nostra patria fra quanti ne fiorirono nel secolo XV.2. Molte sue fatiche lasciò egli ai posteri, ed una di questa è l’operetta che probabilmente compilò verso l’anno 14503: De vita, et moribus trium illustrium Poetarum Florentinorum. cioè Dante, Petrarca e Boccaccio. Il dotto abate Lorenzo Mehus la trasse da un codice della Laurenziana4 e con una sua erudita prefazione la mandò alla luce in Firenze appresso Giovan Paolo Giovannelli l’anno 1747. in 8.° Non è da tacersi ancora che la vita di Dante fu compiuta da Giovan Mario Filelfo grammatico di molto ingegno, e figliuolo del celebre Francesco Filelfo verso l’anno 1468. Ella fu veduta dal Vellutello, e della medesima profittò per comporre quella ch’egli ne scrisse, seguendo l’orme de’ citati autori Boccaccio ed Aretino5. Non è per altro sino ad ora comparsa in pubblico questa vita descritta dal Filelfo, ma si conserva in un testo a penna molto ben scritto della mentovata libreria Mediceo-Laurenziana6 da cui apparisce
- ↑ Vari testi a penna di questa vita accenna il lodato Mehus nel catalogo dell’opere del medesimo Bruni inserito nel Tomo I. delle sue lettere (edizione di Firenze 1741. pag. 69.)
- ↑ Di questo scrisse la vita Naldo Naldi amico di Ficino, e fu impressa in Leida (Thesaurus antiquitatum, et historiarum Italicarum tom. IX. part. VIII.) e poi in Milano (Scriptores rerum Italicarum tom. XX p. 519. e seg.). Vedesi ancora l’Apostolo Zeno nel vol. I. delle sue dissertazioni Vossiane (pag. 170. e seg. edizione di Venezia del 1752. in 4°)
- ↑ Vedasi la prefazione del Mehus all’edizione che fece di quest’opuscolo, pag. XVI.
- ↑ Pluteo 63. num. 30.
- ↑ Vedasi il suo commento sopra la Commedia.
- ↑ Il titolo di quest’operetta, ch’è al Pluteo 65, num. 50.