Pagina:Memorie per servire alla vita di Dante Alighieri.djvu/118


di dante alighieri. 111

della Faggiuola, e che aderendo ai disegni del Pontefice Bonifazio per ambizione di vedere inalzato il suo figliuolo al Cardinalato, fece tante ingiurie ai Bianchi dell’Umbria, e della Toscana, che doverono partirsi da detta città1, e andarsene a Forlì dove era Vicario della Chiesa Scarpetta degli Ordalaffi2. Ma noi possiamo seguitare le orme dei Bianchi, nè facil cosa sarebbe l’indagare, se con essi sempre vi fu il nostro Poeta. Egli è per altro molto probabile, che almeno Dante sempre stesse a portata di profittare di qualunque occasione gli si presentasse, e che con i consigli, se non altro, ajutasse i suoi Cittadini, che con esso avevano comune la disgrazia di stare fuori della loro patria. Un moderno storico Pisano3 racconta esservi costante fama che Dante intorno a questo tempo se ne venisse a Pisa; «che quivi procurasse ogni mezzo possibile con gli altri fuorusciti di Firenze d’interessar nella loro causa i Pisani, acciò dessero loro ajuti più potenti, ed efficaci per ottenere il loro ritorno in patria a forza d’armi; che Dante certamente più dotto ed eloquente degli altri ne trattasse col Senato; che trovandosi allora i Pisani in quiete con la Repubblica fiorentina per la pace poco prima giurata, e stanchi altresì, ed afflitti dalla precedente lunghissima e sanguinosissima guerra, non vollero perciò pigliar nell’affare de’ fuorusciti parte maggiore di quella che per patto di confederazione erano

  1. S’è vero che a lui dedicasse Dante la prima Cantica della sua Commedia, come siamo per dire altrove, bisogna che Uguccione non si dimostrasse in questo tempo scortese verso il Poeta. Comunque sia, vedasi quanto scrive di questo celebre capitano, e condottiero il Cavalier Lorenzo Guazzesi nella sua dissertazione del dominio del Vescovo d’Arezzo in Cortona pag. 189. in not. e seg.
  2. Di lui parlano gli Storici di quei tempi; e dalla Cronica di Forlì pubblicata dal Muratori nel T. XXII. Rer. Italic. Script. si ha che egli nel 1310. con Pino e Bartolommeo della stessa Casata fu messo prigione dal Re Roberto di Napoli. Da’ Bianchi fuorusciti fu fatto lor Capitano, quando passarono nel Mugello. Ved. Dino Compagni lib. 2. pag. 51.
  3. Questi è Flamminio dal Borgo, che ha dato in luce nel 1761. un I. Tomo di dissertazioni sopra la storia Pisana nelle quali a pag. 52. scrive quanto noi riferischiamo.