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98 | memorie |
chè temeva che se più si fosse avanzato il fuoco della discordia, i Guelfi aderenti alla Chiesa non venissero a decadere, come altre volte era accaduto, dal governo della Repubblica Fiorentina. Conosciutasi dai Fiorentini la vera intenzione del Legato, forte se ne sdegnarono; onde presero per compenso di fare in modo, che egli di qui si partisse; ed intanto, per soffogare il primo impeto delle due fazioni, mandarono a confine i capi di esse. Non per questo restarono in pace quei che erano rimasi dentro la città; anzi la sfrenata licenza di alcuni giovani della fazione dei Donati avendo la sera del dì primo maggio 1300. tentato di offendere i Cerchi, e fra l’altre cose avendo troncato il naso ad un tal Ricovero1 o Ricoverino di questa casata; di qui nacque un maggiore incendio, per cui tutta avvampò la città nostra. Ad una tale sciagura se ne aggiunse un’altra, che non meno servì di pascolo al fuoco della discordia, il quale già troppo grandemente minacciava un generale esterminio. La città di Pistoja risentiva in quel tempo, non meno della nostra i cattivi effetti delle cittadinesche discordie, mentre la famiglia de’ Cancellieri, una delle più numerose e potenti, che fossero allora in Toscana, essendo divisa in due fazioni a cagione di brighe sopravvenute fra loro2, aveva
- ↑ Il Villani loc. cit. cap. 38. lo chiama Ricovero di messer Ricovero de’ Cerchi, e Dino Compagni, Ricoverino. Egli fu dal Potestà di Firenze condannato in contumacia sotto dì 3. maggio 1302. essendo già fuori della città per timore di Carlo, che quantunque mostrasse di venir Paciario in Toscana, non ostante era nemico della sua fazione. Ved. il cap. 4. della Parte IV. della Storia della B. Umiliana di questa Casa, scritta dal Cionacci.
- ↑ Tutti gli Storici della Toscana raccontano, come nascessero queste fazioni nella famiglia de’ Cancellieri di Pistoja, ma variano alcun poco nelle circostanze. Fra gli altri vedansi le storie Pistolesi delle cose avvenute in Toscana dal 1300. al 1348. compilate da un’Anonimo di quel tempo, ed Jacopo Maria Fioravanti nelle sue Memorie Storiche di Pistoja, stampate in Lucca nel 1758. cap.
che il Pontefice mandò in Firenze il Cardinale Matteo con ordine di riformar la terra; e poi all’anno 1301. racconta che questo Cardinale venne nel novembre del detto anno 1301. dopo Carlo di Valois. Il Villani dice, che Matteo nel partire lasciò la città scomunicata, ma il Compagni non fa parola di questo Interdetto.