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Tuttociò non arrecò gran ritardo allo sviluppo della istituzione e anzi coll’ ajuto di frequenti doni che tutto giorno pervengono, essa continua a formarsi per modo ed a prendere cotali proporzioni da essere in grado di poter presto dar compimento alle sue promesse, cioè la lettura gratuita.

E fra coloro che allora l’aiutarono non può trascurarsi di ricordare il nome dell’illustre Marchese di Torrearsa che mentre governava con tanta sollecitudine la Provincia Fiorentina, volle concorrere con la somma di Lire 50 alla formazione della nostra Biblioteca.

Così di pari passo l’impresa veduta impossibile, acquistava quell’incremento che l’ha assicurata per l'avvenire. Tanto le utili istituzioni da se stesse si fanno strada nelle popolazioni e abbattendo gli antichi sistemi, i vecchi pregiudizii, infondendo l’amore al vero, al bello, al buono, instaurano un’era novella, e sulle rovine di una barbarica ignoranza s’inalzano trionfatrici a seminare il progresso e la civiltà che sono la fortezza delle nazioni! Così l’umile popolano dannato una volta ad una ignoranza resa necessaria dall’indole de’ tempi acquista oggi quella vita a cui è chiamato, pel bisogno che il nostro secolo sente dopo aver proclamato il principio della libera estrinsecazione di tutte le attività.

L’esempio della Biblioteca Pratese fu ben presto imitato in molte altre città Italiane nelli anni 1864 e 1865: e fra queste godiamo in registrare quelle di Cremona, Caltanisetta, Vercelli, Lodi, Viadana, Parma, Palermo, Livorno, Lecco, Catanzaro e quella della Colonia Italiana a Buenos-Ayres (1866) perchè furono come suscitate dalla notizia che si ebbe della