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Esperimenti ed Osservazioni di Meteorologia
del Dott. Ambrogio Fusinieri.

(Memoria inserita negli Annali delle Scienze del Regno Lombardo-Veneto 1831, pag. 31-44, e pag. 92-207.)



§ I.

Pochi progressi sinora fatti nella cognizione delle cause delle meteore.


Tutti i Fisici sanno che la scienza delle meteore è ancora nella sua infanzia. Lo sanno principalmente co’l confronto dei progressi che fanno ogni giorno le altre parti delle scienze naturali, mentre circa le meteore siamo ancora involti in grandi oscurità, e ben pochi principj possediamo per la spiegazione dei grandi fenomeni che si presentano nell’atmosfera.

Si sa in generale che le forze elettriche vi hanno una gran parte; ma come si sviluppino queste forze, come intervengano, quali leggi seguano in tanti diversi fenomeni, tutto questo è ancora oscurissimo.

Si sa, per esempio, che le aurore boreali sono fenomeni elettrici che agiscono su l’ago magnetico, producendo perturbazioni che non hanno leggi sinora determinate. Ma qual sorta di fenomeno elettrico è questo? D’onde trae la sua origine? Quale analogia vi è con gli effetti elettrici delle nostre machine, co’ i fulmini, e con quell’altro poco che sapiamo circa la elettricità ordinaria atmosferica? Dove sono le due polarità elettriche o le due correnti, l’una positiva, l’altra negativa? Qual è in somma la modificazione delle due elettricità nelle aurore boreali? O non vi sono nè meno le due elettricità? Se le aurore boreali non sono effetti veramente elettrici, sono almeno effetti delle stesse forze della materia, che producono anche i fenomeni conosciuti sotto il nome di elettrici. Questo è tutto quello che si può dire; ma è sapere assai poco.

Tra i Fisici è introdotto il costume di chiamare elettricità anche tutto quello che ha un’analogia lontana ed oscura co’ i fenomeni elettrici bene distinti e determinati; cosicchè con quella parola elettricità tante volte si vuole spiegare quello che non s’intende.

Non ha guari da un Giornale Americano fu detta qualche cosa di molto verisimile circa l’aurora boreale, facendola derivare da un sollevamento di materie ponderabili attenuate nell’atmosfera (Bibliothèque Universelle, Mars 1830, pag. 283): il che è conforme a quanto risulta dalle mie osservazioni, di aver trovata la materia ponderabile attenuatissima e in istato d’incandescenza e di combustione nelle scintille elettriche delle nostre machine e nei fulmini.

Ma è ancora assai generico e vago questo modo di spiegare quel fenomeno elettrico, o semi-elettrico, o affine all’elettricità. Sono necessarie delle osservazioni su i luoghi dove le aurore boreali si generano. In Isvezia e in Norvegia alcuno ha creduto d’essersi trovato avviluppato nella materia delle aurore boreali. Viene riferito ch’era a guisa di nebbia di color grigio-biancastro, con tinta verde, la quale produceva sensazioni moleste ed assai strane di freddo e di odori, con respirazione angustiata (Bibliothèque Universelle, Aoùt 1826, pag. 266).

Tutto ciò conferma che le aurore boreali siano costituite da materia ponderabile; ma è sapere assai poco.

Bolidi se non cadono, aeroliti se cadono, stelle filanti o cadenti se sono assai lontane, sono tutti fenomeni simili fra loro, che si riferiscono ad una stessa causa. Intervengono ancora forze elettro-chimiche, come lo indicano le infiammazioni e le detonazioni. Ma quale mistero nen è questo della genesi di tali corpi nell’atmosfera? La esistenza nell’aria di materie straniere alla sua chimica costituzione, ed anche al suo stato igrometrico, atte alla composizione di que’ corpi, è più che dimostrata. Ma come avviene la condensazione di tali sostanze, da prima rarefatte, allo stato di vapore, o pur anche tanto diradate da non potersi chiamare nè pure vapori? Quali sono le forze elettriche, o simili alle elettriche, o dipendenti da quel principio attivo della materia, dal quale sorgono anche le due elettricità, che riuniscano sostanze così diradate e sparse, per formare gli aeroliti con nembi, infiammazioni e detonazioni? Tutto ciò è affatto ignoto.



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