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voi che a promuoverlo avete stretta vie più quella vetusta armonia interceduta fralle limitrofe Città di Sanseverino e Fabriano: voi che avete apertamente manifestato, che l’ amor della patria, quello spirito che in tempi più felici teneva insieme legati tutti i suoi figli, in questo secolo di egoismo non si è ancora disciolto. Avrei io dovuto parlar di voi, come ho parlato di un Domizio Domizi, di un Cesare Bianchini, di un Camillo Acquacotta, di un Carlo Paganelli, e di altrettali incomparabili Cittadini, che in circostanze malagevoli e triste si consacrarono alla comune felicità.

Ma il mio lavoro non si estende che circa al fine del secolo decimo ottavo , terminando in un epoca, in cui intento voi a coltivare lo spirito, non eravate anche entrato nella carriera che ora percorrete con tanta lode. Quindi è che soffrendo io a malincuore tacer di voi , intitolo al nome vostro gli annali della nostra Città, onde sappiano i posteri , che anche in questa età d’ indfferenza per ciò che riguarda ben pubblico, si trovarono Cittadini che con deciso impegno l’ han promosso sostenuto e difeso. Seguite, egregio Gonfaloniere, a travagliar per la patria, e rammentatevi, che "lo zelo pel pubblico bene , come riflette un moderno storico Francese (*), merita un luogo nella storia con più ragione che le imprese guerriere , perchè è sovente più utile, e sempre più raro il sagrificare alla Patria i suoi interessi, che il sagrificarle la vita".



(*) Crevier storia del basso Impero tom. 2. part. 2. pag. 189. della edizione di Livorno.