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VII In questi ultimi tempi il lavoro del Giovani è stato

compendiato dal Signor Canonico D. Giambattista Razzanti. Questi ha molto omesso, molto corretto, molto riformato.

Ma che potevano gli onorati Cittadini senza visitare l'Archivio segreto, l'Archivio pubblico, e gli Archivj delle Città, e Paesi confinanti? Senza di questi ajuti si potrà mai giungere a compilare una storia?

Oggi io risolco questo campo a più felice stagione. Trovo già spolverati ordinati conosciuti i pubblici Documenti di Matelica, che per sua ventura potè avere un Uomo di lettere capace a compiere un sì importante ed utile lavoro. Mi avvedo esser vero quel che il Canonico Turchi nella prefazione alla sua Opera - de Ecclesiae Camerinensis Pontificibus — ardentemente bramava che avvenisse - atque utinam esset aliquis, egli scriveva qui veteres cartas in Civitatum, atque Oppidorum huius Dioeceseos tabulariis asservatas cum tineis, blattisque colluctantes excuteret. Quam ampla ibi suppellex cum ad Ecclesiasticam, tum ad Civilem Historiam nostrarum regionum locupletndam, quam praetiosae ibi antiquitatis reliquiae, quibus nefas est aetatem nostram istarum rerum studiosissimam defraudare? — Tocco con mano, che le sole pergamene dal nostro Archivio mi hanno somministrato copiose belle ed interessanti notizie.

Tutto è stato travaglio di un dotto ecclesiastico Alsaziese, cui le troppo note vicende di un Regno infelice, e le patrie disavventure portarono di qua dai monti, del mio singolare Amico e caro per tanti titoli Signore Abate Giuseppe Antonio Vogel(*). Egli pregato dal nostro Pubblico a visitare ed esaminare


(') Allorché io venia raccogliendo e scrivendo queste memorie, le soltoponevo al giudizio e alla critica dell' incomparabile Amico. Quando egli lesse questo paragrafo che lo riguardava, notò di pugno a margine dello scritto quali erano su di esso i suoi sentimenti. Mi piace farli conoscere ai miei paesani, mentre ricordano loro qual cuore avesse per la nostra Città il degno Sacerdote, e manifestano apertamente il candore, la modestia, la virtù che albergava in quell' anima. Eccone i termini.

Queste memorie dovendosi stampare probabilmente dopo la mia partenza da questi paesi, ( e lo è
stato ahimè dopo la sua partenza dal Mondo ) credo inutile di dire il mio sentimento sul presente
Articolo. Ho piacere sicuramente , che i Matelicani sappiano, che non sono ingrato, e che abbia
avuto parte nella storia della loro Città. Ma il mio Amico farà e scriverà, quando non sarò più

qui, ciocchè il suo buono e retto cuore gli detterà.