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384 WUMMIA EdlZUNA

propi-i« di una donna, U quale fu madre dell’ estinto Petemenod mentovato pifi sopra.

Rimaneva a diisi se quests madre per nome Tacni fosse ancora m Vila quando moii il suo figlio; anclie qiiesla particolarita ne vien fatta palese da quel geroglifico che precede la figura di lei, distiiito nella stessa quarla colonna colla cifra 2. Qiiesto segno e puramenle simboUco, e semhra essere l’ emhlema della sanita e del ben essei’e nelle iscrizioni del cippo di Rosetta. Noi avre^no qiiindi la frasc: donna benestante, vale a dire che Tacui era tuttora in vita quando Peteinenofi fu posto in sepollura.

Per chi e avvezzo, come noi, ad un favcliai-e sonoro, tondo, armonioso parra sicuramente strano per una fcmmina il nome di Tacui. S l\(a sono eglino forse meno aspri i nomi delle donne Tphut, Saraput, Senchonsis e Philut, che vedonsi registrati in buoni caratteri greci sui loro stessi sarcofagl, trovati tutti col nostro nel medesimo sepolcro? Una lingua piena di monosillabi, di consonant! e di aspirazioni qual era l’ egiziana, rade volte oifre vocaboli di questi più gentili, o pii\ dolci ad ascoltarsi.

Nella seconda parte di questa medesima quai’ta colonna, noi abbiamo l’ eta del defunto; cosa molio rara a trovarsi in simili leggende, e tan to più preziosa nel caso nostro, che, mostrandosi perfettamente d’ accordo col testo dell’ epitafio greco, ci somministra una nuova dimoslrazione di cio che già si e imparato dal mentovato cippo di Rosetta, e da pochi altri monumeuli si fatti, circa il modo con cui solevano gli Egiziani scrivere l’ elk dei trapassati, gli anni, i mesi, i giorni, ed in generale le date cronologiche.

L’ eti che avea il giovine Petemenofi quando cesso di vivere e quivi segnata iu due diverse maniere; da prima col mezzo dell’asta ricurva, indice degli anni, accompagnata dal disco, suo proprio segno determinntivo, e dalla croce col manico, simbolo della vita. Su quellasta s’alzano cinque denli o foglic, Ic quali, com’e noto, rapprescntano cinque auui, e ne iiisegnano clic il figlio di Tacui, quando mori, era nell’aBno quinto deil’eli sua. Qui, alia maaiera