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del cav. di s. quintino 263

donna; l’altra a quella di un uomo, sulla quale si legge l’epigrafe seguente: ΚΑΛΑΝΤΙС ΥΙΟС ЄΚΝΟΥΑС. Ve n’e pure una terza in tutto simile alle precedenti, ma priva di ghirlanda e d’iscrizione.

Non dubito punto che tutte queste maschere non sieno state tolte a quelle mummie, che, come ho già detto, furono trovate dal sig. Lebolo nello stesso sepolcro dove stava quella del nostro bambino, e poi da lui medesimo sfasciate; perchè so che quel Signore solea cedere al Cav. Drovetti le cose che andava scoprendo, e che moltissimo contribuì ad accrescere la sua raccolta.

Di corona era parimente fregiata la mummia posseduta dal sig. Cailliaud: ma sì quella che le altre or mentovate appartenevano a persone adulte, che poterono averle meritate o nell’esercizio dei loro uffizi od altrimenti; non si può però dire la medesima cosa del nostro fanciullino, e difficilmente ancora di una donna.1

Io non posso quindi acconsentire all’opinione di chi crede che quelle corone, non meno che la forma rettangolare degli accennati sarcofagi, facciano testimonianza dell’origine greca di tutte le sopraddette mummie; e che le medesime debbano apparlenere ad una stessa famiglia, perchè furono partecipi di una medesima tomba2. Perciocchè se questo fosse vero, tutti que’ cadaveri imbalsamali avrebbero dovuto essere egualmente decorati di quel distintivo; avere un’epigrafe greca sulla loro cassa; portare nomi greci, e discendere dal medesimo padre, o da un avo comune. Queste cose non convengono certamente alle mummie di quel sepolcro; sarei quindi piuttosto propenso a credere che quella tomba non fosse altrimenti greca, nè propria di una sola famiglia, ma che abbia servito per qualche società, arte o sodalizio sia civile, sia religiose, instituito poco prima del regno dell’Imp. Adriano, al qual tempo si riferiscono le prime iscrizioni di quel monumento. Presso gli antichi Egiziani non erano sconosciute sì fatte

  1. (g)
  2. Letronne. Observations cit. p. 31.