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262 | mummia egiziana |
bassi tempi piede di Liutprando, tanto vale come se mi servissi dell’antica misura egiziana1; perchè il cubito o metro antico d’Egitto, che si conserva preziosissimo in questo regio gabinetto, non supera veramente che d’un quarto d’oncia, ossia d’un centimetro circa, il mentovato piede.2
Il cadavere di quel fanciullo, fasciato com’è, pesa poco meno di settanta libbre, vale a dire assai più che non dovrebbe in proporzione del suo volume. Ma questo eccesso di peso e cosa assai frequente nelle mummie, e si dee attribuire alla quantità del bitume e de’ sali che si solevano impiegare nello imbalsamarle. A motivo di questo peso, molte ne furono distrutte colla fuducia di trovare cose preziose fra le loro fasce; quella di Peteménone portata a Parigi dal sig. Cailliaud ebbe questo fine: ma rare volte la fortuna seconda queste belle speranze, ed intanto sono spregate senza riparo non poche mummie che sarebbe cosa ben fatta di conservare intatte ne’ musei, per far vedere il modo, quasi sempre vario, con cui elle sogliono essere fasciate, ornate o coperte esternamente, o per altri motivi degni di egual considerazione.
Una tela di lino tinta in rosso, il colore della quale dovea essere altre volte anche più bello e vivace che era non è, involge e nasconde intieramente quel piccolo defunto3; e moltissime fasce stringono quella tela per ogni verso, incrocicchiandosi regolarmente, e con molto garbo, a guisa di rete. Il capo della mummia e coronato da una ghirlanda fatta di cartone dorato, ed intessuta di certe foglie, che quasi si potrebbero dire di olivo, se fossero tripartite, o fosse tra esse qualche bacca o frutto che servisse a meglio caratterizzarle.
In questo regio museo si vedono le maschere di due mummie fra loro somigliantissime, egualmente incoronate con una fronda non diversa dalla teste accennala, ma fatte di stucco colorato in verde. Una di quelle maschere apparteneva alla mummia di una