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258 mummia egiziana


Questa mummia fu ritrovata da un viaggiatore piemontese, il sig. Lebolo, in un profondo sepolcro presso all’antica Tebe, sulla sponda libica del Nilo, dov’è dì presente il villaggio arabo di Gournah. La struttura di quel sepolcro non differiva da quella degli altri che sono colà in gran numero, se non in ciò cne invece di essere semplicemente scavato nel sasso o nel terreno, era, nel fondo del suo pozzo, fabbricato di mattoni, e tutto ornato internamente di pitture diverse.1

Quivi stavano riposti dodici o tredici sarcofagi di legno, altri più altri meno ben conservati. Tutti erano di forma quadrata con coperchio semicircolare, tranne uno tagliato tuttavia nel modo più comune sulla foggia del corpo umano; ed erano tutti fregiati delle solite leggende religiose in geroglifici, ed ornati di figure simboliche a più colori, col ritratto del loro defunto. Uno solo conservava ancora esternamente l’apparenza del legno del sicomoro, senza traccia alcuna di gesso, gomme o colori con cui potesse essere stato altre volte ricoperto; nè so bene se sulle casse mortuali egiziane siasi più veduta una simile particolarità. Oltre di ciò sei o sette di quelle urne presentavano pure alcune brevi iscrizioni in lingua greca.

Tutte quelle mummie ebbero allora vario destino. La meglio conservata, la più pregevole per ogni rispetto, quella non dipinta e con greco epitafio, or dianzi mentovata, fu acquistata dal Cav. Drovetti, e da questo, col rimanente della sua collezione, fu ceduta a S. M. il Re di Sardegna, come già si è detto; e di questa appunto io andrò qui partitamente ragionando.

Una o due, di quelle mummie distinte con iscrizione greca,

    per sovrano comando a verificare lo stato di questa insigne raccolta, ed a metterla in istato di essere trasportata in questo R. museo. Volendo io avere il primo il piacere d’ illustrarlo in qualche modo, e di trarne tutti que’ lumi che dal confronto della sua doppia iscrizione si potevano sperare, esso non fu tolto dalla sua custodia, nè esposto al publico, se non dopo che io ebbi comunicate le presenti osservazioni ai dotti Archeologi torinesi nell’adunanza accademica del 19 d’agosto ora scorso.

  1. (Z,)