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del cav. di s. quintino 253

de’ geroglifici, che danno principio in alto all’iscrizione, il Re Osimandia è rappresentato sotto le forme del dio Aroeri, l’Apollo dei Greci, col mezzo de’ soliti segni dello sparviere mitrato, e del globo solare coronato dall’aspide reale, dal quale pende la croce manicata, emblema della vita. Con un gruppo sì fatto cominciano generalmente tutte le leggende degli obelischi che conosciamo sì grandi che minori, innalzati dagli antichi Faraoni in onore delle loro divinità. In tal mode cominciava pure l’iscrizione dell’obelisco di Ramestes, di cui Ammiano Marcellino (lib. xvii.) ci ha conservata la traduzione fatta da Ermapione in lingua greca; nella quale questo medesimo primo gruppo geroglifico col seguente veggonsi appunto interpretati: Apollo il potente, Ἀπόλλων κρατερὸς. Quindi il valore del gruppo della nostra leggenda segnato col n.° 1. sarà: Aroeri. Posa questo gruppo sopra un’insegna o bandiera nella quale, col mezzo de’ geroglifici distinti colle cifre 2 e 3. sono espresse, sotto i detti simboli di Aroeri, le qualificazioni proprie di Osimandia, cioè di potente, e di amato dal Sole; la prima coi geroglifici simbolici del toro e del braccio disteso, cioè della forza unita a ciò che può farla valere; la seconda colla stessa figura del dio Phre, ossia del Sole, col segno dell’aratro, che le vien dopo, abbreviatura fonetica della voce mai, amato.

Sollo di quella bandiera ne’ gruppi seguenti fine all’ottavo, stanno scritti il nome ed il prenome del detto Faraone coi soliti suoi titoli, poco diversi da quelli che abbiamo già veduti nelle esposte iscrizioni del basamento, vale a dire:

N.° 4. Il Re del popolo ubbidiente.
5. Dominatore dell’universo.
6. (Sole custode dei mondi, amante di Ammone.)
7. Figlio del Sole.

Questo titolo fu comune a tutti i Re dell’Egitto, e si vede costantemente posto avanti al lore nome nelle leggende geroglifiche di tutte le età, dai tempi di Osimandia fino a quelli di Adriano e degli Antonini. Credevano gli Egizi che le anime destinate a dar